Varsavia, 28 giugno 2012 - Con le lacrime agli occhi. Grand’Italia in finale, contro la Spagna. Altro che ‘capolinea pizza’, come avevano scritto in Germania. E tanti saluti al fantasma di Schnellinger, in quei minuti dopo il rigore di Ozil.

Balotelli sbriciola i tedeschi, con due gol nel primo tempo, tutta la squadra si batte con lo spirito di cento leoni, e Prandelli si supera, mago di questa squadra. La Germania schiantata per l’ottava volta, a Varsavia come a Dortmund, come al Bernabeu, come all’Azteca. Ballano e si abbracciano, gli azzurri e i tifosi azzurri sugli spalti. Balla e sogna, l’Italia tutta del calcio.
 

Doveva essere un’altra partita rispetto all’Inghilterra, lo si sapeva, ma non si poteva immaginare quanto, e l’avvio è stato da elettrochoc, con l’Italia sottoritmo aggredita dai tedeschi, e l’uomo della provvidenza, Pirlo, che si materializza sulla linea di porta, come non fece Rivera nel ’70 sul palo di Albertosi, per salvare su Hummels.

Un quarto d’ora da paura, la partita che scotta, e un quasi autogol per un rimpallo fra Buffon e Barzagli. Poi succede qualcosa di bello. Pirlo lucida la sua cattedra, Montolivo dà coraggio, loro dietro scricchiolano, e quando Cassano se ne beve un paio sulla sinistra per un gran cross, spunta la cresta di Balotelli, in anticipo su Badbuster, per un gol che è una sinfonia. L’Italia c’è.

Balzaretti strappa una palla gol dai piedi di Podolski, Buffon mette un gran lucchetto su Khedira. Poi succede di nuovo qualcosa, di meraviglioso: gran lancio di Montolivo, difesa tedesca che sembra appena uscita dall’Oktoberfest, e Balotelli, ancora lui, che incenerisce Neuer con una folgore, per il clamoroso bis.

Due a zero, ma è ancora lunga. All’inizio della ripresa, Klose e Reus per Gomez e Podolski, annullati dalla difesa italiana. Loro non si perdono d’animo, e l’Italia ribatte, si difende, più stanca ma d’acciaio dentro. Reus e Lahm sprecano, Loew quasi collassa dalla delusione, Bonucci e Barzagli il muro azzurro. Fuori Cassano, ottimo, dentro Diamanti, c’è da riprendersi un po’ di centrocampo e da respirare. Ci vuole un’altra prodezza di Buffon su una punizione di Reus.

Il secondo cambio di Prandelli: Thiago Motta per Montolivo. Poi Di Natale per Balotelli con i crampi. Il terzo gol sfiorato in contropiede, da Marchisio e Di Natale, al 90’ il rigore di Ozil (mano di Balzaretti) che fa gelare il sangue. Ma non c’è più tempo, per i tedeschi, e tutto si fa azzurro, a Varsavia, con la testa e il cuore alla finale di Kiev.

Alessandro Fiesoli