Milano, 4 gennaio 2013 - Un tweet per archiviare la vicenda e ringraziare per la solidarietà ricevuta. Il giorno dopo i fatti di Busto Arsizio avvenuti durante l'amichevole tra Milan e Pro Patria, con i cori razzisti nei confronti dei giocatori rossonera, Kevin Prince Boateng scrive sul social network: "Grazie a tutti per il supporto e la comprensione. Per me significano molto".

Ma dal Brasile arriva però la critica dell'ex compagno, Clarence Seedorf: "Stiamo dando importanza ad un piccolo gruppo che con il suo comportamento ha provocato tutto questo - le parole della stella del Botafogo -. Avrebbero dovuto identificare queste persone e sbatterle fuori dallo stadio. Poi il 90% del pubblico avrebbe potuto godersi lo spettacolo fino alla fine della partita".

Per l'olandese lasciare il campo per i cori di uno sparuto gruppo di tifosi serve a poco: "Si dà un segnale, certo. Ma questo è già successo più di una volta e non credo che cambi davvero le cose".

L'iniziativa della Pro Patria. "Abbiamo deciso di aprire lo stadio ‘Speroni’ a tutte le persone di colore ospitandole in tribuna d’onore per festeggiare insieme la gioia di una partita di calcio. Mi auspico che possa succedere anche in altre società". Questa l'iniziativa che si impegna a intraprendere il patron della Pro Patria, Pietro Vavassori, ai microfoni di Sky Sport dopo la sospensione dell’amichevole con il Milan. "Non basterà a lavare quanto accaduto perché è inaccettabile - ha aggiunto - ma questa è la nostra risposta".

Intanto, il pm di Busto Arsizio, Mirko Monti aprirà un procedimento sui cori razzisti di Pro Patria-Milan. L’ipotesi di reato sarà quella di violazione della legge Mancino che punisce l’istigazione all’odio razziale.