Firenze, 6 marzo 2013 - "Ho avuto ultimamente una cattiva impressione del Barcellona, mi è sembrata una squadra anonima, il Milan può correre il rischio di non farcela solo se avrà paura". A una settimana dal big match tra Barcellona e Milan, Arrigo Sacchi fa una previsione sulla sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, intervistato da Piero Chiambretti su Radio2 Rai .

"Il Barcellona - spiega l'attuale Coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili - non dà più emozioni, prima di tutto perché ha perso il proprio leader e poi perché ha vinto con troppa facilità il Campionato spagnolo e questo probabilmente ha rilassato la squadra. Lo stesso Messi - precisa Sacchi - in una squadra così non è più un giocatore devastante".

Da allenatore del Milan, tra il 1987 e il 1991 ha vinto uno Scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei campioni, due Supercoppe europee e due Coppe Intercontinentali, l'esordio con la squadra rossonera tuttavia non fu dei migliori, fortemente contestato dalla stampa per gli scarsi risultati . "Il presidente Berlusconi - ricorda Sacchi - mi diede sempre sicurezza e tranquillità, oggi le società e i presidenti dovrebbero difendere i propri mister" .

E a proposito di Allegri, solo poche settimane fa vicino all'esonero, aggiunge: "per fortuna era in un club molto competente , che ha saputo aspettare. Cassano? Io ho sempre creduto all'etica di gruppo e quindi ho sempre scelto giocatori che fossero prima di tutto professionisti con una grande motivazione e generosità" - spiega Sacchi, che spezza una lancia a favore di Cassano: "E' un ragazzo amabile, certo a volte gli salta la valvola purtroppo e perde il controllo, speriamo non accada più" .

Infine una battuta su Baggio, e sulla sua recente uscita dalla Federcalcio , dove ricopriva il ruolo di presidente del settore tecnico: "Baggio l'ho visto poco, da quello che so si è lamentato perché non gli hanno permesso di attuare un progetto che aveva presentato", afferma Sacchi. Chiambretti gli ricorda quando, da Ct della nazionale, lo sostituì durante una partita del Mondiale, occasione in cui fu possibile leggere il labiale di Baggio: "Questo è pazzo". "In effetti quella volta rischiai il linciaggio - conclude Sacchi -. La cosa che mi fece più paura non erano tanto i 70mila connazionali allo stadio con i fucili spianati, ma i 25 milioni che erano in Italia".