Roma, 8 ottobre 2013 - Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, risponde all'appello lanciato da Adriano Galliani sulla "legge per la descriminazione territoriale". "E' giusto riflettere sulle modalità di applicazione, ma la norma italiana ricalca la normativa dell'Uefa"

Prendendo spunto dai tanti casi di razzismo di questo inizio di stagione che hanno comportato la chiusura di diverse curve, il numero uno Figc spiega che "il problema delle norme e del contrasto ai fenomeni di discriminazione è un problema che si è manifestato a prescindere della discriminazione territoriale. Poi la ratio della norma Uefa è quella di salvaguardare la dignità della persona umana".

Proprio a questo riguardo, Abete fa riferimento all'ultima sanzione inflitta dalla Uefa alla Lazio di giocare un turno a porte chiuse dopo i cori contro i polacchi intonati dai laziali in Lazio-Legia Varsavia: "Anche le decisioni assunte per Lazio-Legia - ricorda il numero uno federale - sono collegate a delle frasi che non avevano una logica discriminatoria in quanto tale. Però  la discriminazione territoriale nel nostro codice di giustizia è presente da tantissimo tempo, ciò che determina attenzione è il fatto che è cambiata la gradualità delle norme".

MALAGÒ STA CON ABETE - "Fifa e Uefa vanno verso questo diktat al quale ci si deve uniformare, io non vedo altra soluzione se non che il settore dello stadio interessato faccia qualcosa nei confronti di chi penalizza la sua squadra". E' il pensiero del presidente del Coni, Givoanni Malagò, riferendosi alla richiesta da parte della Lega Serie A di rivedere i criteri di applicazione delle norme in materia di discriminazione territoriale. Il numero uno dello sport italiano ricorda "non possiamo fare discriminazione nella discriminazione - ha spiegato ancora Malagò, a margine della Giunta Coni - non possiamo fare un discorso per chi ha la pelle di un altro colore e un altro per chi viene da un'altra città. Sarebbe paradossale. Di conseguenza ci si deve uniformare a quelle che sono delle precise disposizioni internazionali".