Madrid, 23 ottobre 2013 - Chissà se nella testa di Antonio Conte prevarrà l'amarezza per un risultato negativo che complica il cammino verso la qualificazione o la consapevolezza di aver ritrovato la sua Juve.

Il 2-1 subito al Bernabeu dal Real Madrid fa certamente male alla classifica dei bianconeri, ancora fermi a 2 punti dopo la terza giornata di Champions e una notte europea che avrebbe meritato un altro finale.

Colpa del solito Cristiano Ronaldo, decisivo con la sua doppietta, e di un arbitro che ha costretto la Juve inferiorità numerica per 45' per un'espulsione clamorosa rifilata a Chiellini per una gomitata, o forse una chiara occasione da gol, che non ci sono. 

Una Juventus che è stata positiva nell'approccio e superiore per tutto il primo tempo al Real sul piano del gioco. Dopo i quindici minuti nefasti di Firenze, si è dimostrata azzeccata la scelta di Conte di passare alla linea a quattro di difesa (con Ogbonna e Caceres terzini) e regalare così un uomo in più al centrocampo, vero punto debole di un Real 'normal' , involuto sotto il profilo del gioco e acceso come una luce di Natale solo dall'immensa classe di Ronaldo, giocatore infinito inserito in una squadra abbastanza normale. 

SUBITO RONALDO - Un Ronaldo che impiega meno di 180 secondi per mettere a sedere Buffon e siglare un vantaggio che poteva presagire a una serata da incubo per i bianconeri, masochisti nell'applicazione di un fuorigioco estremo sul tocco vellutato di Di Maria per il portoghese.

REAZIONE JUVE - E invece la Juventus, con pazienza e personalità, riesce a rimettere in piedi la partita, sfiorando il pareggio con Tevez e raggiungendo l'1-1 con il primo gol in Champions di Llorente, bravo a ribadire in rete una corta respinta di Casillas sul colpo di testa di Pogba e nato da un inserimento micidiale.

CR7 NON PERDONA - Il pareggio non scatena l'orgoglio Real, pasticcione in fase di costruzione nonostante i piedi buoni di Modric, Marcelo e Benzema, con il francese che si applica per contenere Pirlo e poco più. L'illusione bianconera dura appena sette minuti. Colpa di un'ingenuità colossale di Chiellini che tira giù Sergio Ramos su una punizione già neutralizzata da Buffon e consegna a Ronaldo il rigore del 2-1, quello del settimo gol in Champions in tre partite. Rigore fiscale, ma corretto regolamento alla mano. Numeri mostruosi quelli di CR7 che Pirlo non riesce a far dimenticare almeno un po' graziando Casillas da due passi.

ROSSO A CHIELLINI - L'inizio di ripresa suona come una sentenza per Conte. La Juve resta in dieci per l'espulsione di Chiellini, punito per quella che l'arbitro Grafe giudica una gomitata da rosso a Cristiano Ronaldo lanciato a rete. Una decisione sconsiderata del fischietto tedesco che toglie alla Juve la forza di costruire la sua rimonta sena però per questo cambiare la storia della partita.

ECCO BALE - Conte richiama Llorente e sacrifica Pirlo, omaggiato dall'applauso di tutto il Bernabeu all'uscita dal campo. Applausi che scrosciano anche per l'ingresso di mister 100 milioni Gareth Bale a rilevare un Benzema appannato e che poco prima si era divorato il 3-1. La Juve, anche in inferiorità numerica, rimane ordinata in campo e resta a galla fino alla fine, spaventando Casillas con una conclusione del neontrato Giovinco e facendosi preferire alla distanza a un Real protagonista di una serata tutt'altro che galactica. Per i bianconeri resta la prestazione e la consapevolezza che a Torino potrà essere un'altra storia.

 

di Antonino Sambataro