Roma, 27 novembre 2013 - "Il nostro obiettivo rimane l'Europa". Rudi Garcia si confessa in un'intervista al quotidiano francese La Voix Du Nord e racconta i suoi primi mesi da allenatore della Roma: "La nostra forza è stata gestire le partite una alla volta, questo ci ha ispirato a fare sempre meglio. Avremmo potto vincere anche le ultime tre partite, ma siamo secondi a un punto dalla Juve e per noi è un percorso eccezionale". 

Il francese racconta la trattativa che lo ha portato in Italia: "E' successo tutto in fretta, ero a Marrakech appena dopo la fine del campionato e il mio agente mi chiama per dirmi che mi voleva la Roma. Io gli dico di aspettare e lui mi fa 'O domani o nulla' e quindi il giorno dopo alle sei del mattino mi sono imbarcato per Roma, ho incontrato Sabatini a Milano ed è andata bene".

L'inizio non è stato affatto semplice: "Sono arrivato alla Roma dopo la sconfitta con la Lazio - racconta il tecnico transalpino - il clima era incredibile e fuori dal centro di allenamento c'erano striscioni offensivi e tifosi che insultavano. C'era grande angoscia da parte dei tifosi, mi avevano avvertito e per questo volevo prendere giocatori nuovi anche per dare una scossa psicologica"

Garcia svela poi alcuni segreti del lavoro svolto in questi mesi, a partire dalla comunicazione sugli aspetti extracalcistici. "E' stato fondamentale lavorare per proteggere il gruppo, poi mi sono concentrato sulla lingua che è importantissima. Ho bisogno di parlare molto con la squadra e poi la pressione dei media in Italia è enorme. Se a Lille parlavo 15 minuti, qui tra tv e radio parlo per un'ora".

Poi sulla ormai celebre frase rivolta ai tifosi durante il ritiro, dicendo che i contestatori erano in realtà tifosi della Lazio. "Logica, chi è che viene a vedere la Roma in ritiro con i bambini e il bel tempo per poi andare conto alla propria squadra? Poi sono andato a parlare con loro e mi hanno detto che erano infelici per il momento della squadra, ci siamo spiegati. Mi hanno spesso messo al centro dell'attenzione per alcune mie frasi come quella della chiesa, che era preparata e pronunciata dopo un derby sofferto e vinto meritatamente".

Infine su capitan Totti. "Prima della presentazione ho inviato un messaggio a tutti i giocatori dicendi che volevo vincere con loro e tutti mi hanno risposto. Ma Totti è veramente umile e al contempo grande. A 37 anni ha ancora fame di vincere. Qui a Roma ho davvero un bel gruppo e posso lavorare bene".