Varsavia, 29 novembre 2013 - Il numero dei fermi dei tifosi della Lazio a Varsavia è cresciuto di ora in ora. Alla vittoria dei biancocelesti in campo, che hanno staccato il pass per la qualificazione ai sedicesimi di Europa League, fanno da contraltare i 197 fermi di tifosi italiani a margine della gara contro il Legia. Circa 50 sono stati rilasciati ieri subito dopo l'identificazione. Per gli altri 150, è iniziata un'odissea: stato di ferme, interrogatori e divieto di rientrare in Italia.

I DISORDINI - Intorno alle 16 di ieri, in pieno centro città, i supporter laziali avrebbero iniziato un lancio di pietre e bottiglie contro gli agenti. Gli ultras sono stati quindi circondati dagli agenti in tenuta antisommossa. Il portavoce della polizia Andrzej Browarek ha riferito che i tifosi fermati sono stati presi in custodia per l’identificazione e per essere interrogati, aggiungendo che erano tutti italiani e vestivano i colori della Lazio. In 120 saranno processati per direttissima. Amaro Petkovic: "Questo non è sport". I disordini erano cominciati due notti fa quando altri 17 tifosi della Lazio erano stati fermati per una rissa scoppiata tra le due tifoserie davanti ad un hotel di Varsavia. Anche loro processati per direttissima, sono stati liberati in 16, con l'obbligo però di rientrare in Italia e il divieto di assistere alla partita. Poi di nuovo acque agitate durante il pomeriggio, con i laziali che hanno lanciato pietre e bottiglie contro le forze dell'ordine: in 180 sono stati fermati e interrogati nelle varie stazioni di polizia. Di questi, una sessantina sono stati rilasciati durante la partita, mentre gli altri attendono di essere processati. L'ambasciata italiana a Varsavia sta assistendo le persone fermate, all'interno degli uffici della polizia locale. Trentasei di loro dovranno rispondere di aggressione alla polizia, che ha sequestrato coltelli e un'ascia ai tifosi della Lazio.

21 PERSONE RILASCIATE NEL POMERIGGIO - La situazione si è leggermente sbloccata durante la giorata di venerdì: "Non abbiamo ancora certezza sui numeri definitivi, ma sappiamo che 21 tifosi sono stati rilasciati nelle prime ore del pomeriggio . Un numero minore di tifosi, sui quali pendeva l'aggravante di reati penali, è già stato liberato dietro patteggiamento e pagamento di una sanzione amministrativa. Tutti gli altri tifosi ancora reclusi e sui quali pendono capi d'accusa di minore entità saranno giudicati tra oggi e domani con rito accelerato". Con questa nota presente sul proprio sito ufficiale la Lazio fornisce nuovi aggiornamenti in merito alla situazione di Versavia: "Abbiamo da poco ricevuto informazioni certe sulle condizioni dei tifosi attualmente sotto custodia delle autorità polacche. Tutti i trattenuti hanno ricevuto cibo e sono reclusi nei vari commissariati cittadini - assicura il club italiano - A tutti loro è stato garantito il diritto di difesa in lingua italiana e pertanto le deposizioni sono effettuate in lingua madre con ausilio di traduttori".

10 RINVIATI A GIUDIZIO - Dieci tifosi laziali è stato già rinviato a giudizio. Lo ha reso noto l'agenzia polacca Pap precisando che i reati contestati dovrebbero essere puniti secondo il codice polacco con contravvenzioni o ammende.

ISTITUITA UN'UNITA' DI CRISI - Inoltre, comunica la Lazio, "è stata istituita presso l'Ambasciata d'Italia una 'unità di crisi' a seguito del fermo, intervenuto il 28 novembre ad opera delle Forze di Polizia polacche, di 149 tifosi italiani giunti a Varsavia per assistere alla partita Legia Warszawa - Lazio".

TARE - Igli Tare difende a spada tratta i tifosi della Lazio: "Posso garantire che i nostri tifosi non sono stati violenti, speriamo che tutto si chiarisca e vengano rilasciati", le sue parole ai microfoni di Sky. Questa la versione dei fatti secondo il ds albanese: "Per quanto ne sappiamo noi, una settantina di nostri tifosi ha solo chiesto di essere scortata dalla polizia polacca verso lo stadio; a questo punto loro li hanno fermati senza motivo per controllare i documenti. Dico solo che hanno fatto richiesta, tramite la società, di essere scortati. Ci auguriamo - ha concluso Tare - che tutto presto si chiarisca".

LOTITO - "Dobbiamo accertare come sono avvenuti i fatti altrimenti rischiamo di criminalizzare le persone. Dalle notizie che avevamo noi, ieri, i nostri tifosi erano in albergo e sono stati aggrediti da quelli della squadra avversaria. Poi se altri si sono attrezzati con mezzi di offesa, secondo quanto appreso dai giornali, credo li avranno reperiti sul posto perché immagino che abbiano superato dei controlli in aeroporto". E’ il commento del presidente della Lazio, Claudio Lotito. "Tra l’altro - rileva il numero uno biancoceleste - mi pare che anche il loro comportamento a Roma non sia stato all’insegna della correttezza. Come società non siamo responsabili perché non conosciamo i tifosi uno per uno e più che lanciare moniti ed allarmi e fare forme di prevenzione non possiamo. Ci dispiace che in questa trasferta siano successe delle situazioni che non fanno bene al calcio italiano, anche se bisogna verificare le responsabilità".