Torino, 2 febbraio 2014 - Tre gol all'Inter, come a Roma e Napoli. La Juve non fa differenze: il trattamento è uguale per tutti quelli che transitano dallo Juventus Stadium, fortino inespugnabile dei campioni d'Italia. Contro i nerazzurri arriva l'undicesima vittoria su undici in casa, l'ennesima di un campionato stradominato ma non ancora chiuso: i giallorossi sono ora distanti 9 punti, ma con una gara da recuperare. E' finita 3-1, non c'è stata storia. I 23 punti che separavano Juventus e Inter prima del fischio d'inizio si sono visti tutti. Qualche onda del team di Mazzarri nel bel mezzo di un oceano a forti tinte bianconere: Lichtsteiner nel primo tempo, Chiellini e Vidal a inizio ripresa hanno avuto un effetto tsunami sull'Inter che se un girone fa sembrava poter lottare per il titolo, adesso si ritrova fuori dalla zona Europa: il talismano Hernanes e il reintegro di Guarin potranno solo giovare a un centrocampo fin troppo povero.

SUBITO JUVE - La Juve, come spesso le capita quando gioca in casa, rompe subito gli indugi e imprime un ritmo forsennato alla gara. Scambi veloci,  pressing alto, inserimenti senza palla, punte che partono come schegge in profondità. quella di Conte sembra una macchina perfetta impreziosita dal motore appena revisionato di Pirlo. Il copione è quello visto più volte negli ultimi anni e dopo appena 180 secondi ci vuole un doppio prodigioso intervento di Handanovic su Tevez per evitare all'Inter di capitolare immediatamente

SBLOCCA LICHTSTEINER - La differenza di valori in campo è evidente, a tratti schiacciante. L'Inter fa quello che può per evitare di affondare travolta dall'onda bianconera. Mazzarri usa i mezzi che ha, ovvero linee strette e densità davanti all'area di rigore con il solo Palacio incaricato di fare a botte con la linea difensiva di Conte. Avrà la meglio solo nel finale di tempo. In mezzo tanta, tantissima Juve, con Kuzmanovic che rischia il rosso dopo 12' per un'entrata durissima su Vidal e Lichtsteiner che realizza il vantaggio allo scoccare del primo quarto d'ora di gioco: Pirlo traccia una pennellata delle sue che lo svizzero, dimenticato da Kovacic, traduce in rete con uno spettacolare tuffo in area.

CHANCE PALACIO - I nerazzurri non riescono mai ad affacciarsi dalle parti di Storari, sotituto dello squalificato Buffon. Avesse giocato senza portiere, non avrebbe comunque rischiato nulla. Vidal e Pogba recureperano quantità industriali di palloni e a tratti sembra che i giocatori dell'Inter debbano correre il doppio per stargli dietro, senza perarltro avere la certezza di riuscirci. La palla buona per gli ospiti arriva però prima dell'intervallo. E' un regalo di Bonucci che lancia Kovacic in un 3 contro 2 inaspettato, ma Palacio non trova la porta calciando alto da buonissima punizione.

DOPPIO COLPO - Lo spavento corso carica ulteriormente la Juve che si ripresenta in campo dopo l'intervallo con una ferocia che stenderebbe un leone, figuriamoci l'Inter balbettante degli ultimi tempi. Il sipario cala già a inizio ripresa: dieci minuti ed è già 3-0. Segnano Chiellini e il solito Vidal, i più cattivi a scaraventare in rete due palloni vaganti in area (il primo da corner, il secondo da una rimessa laterale) che la difesa nerazzurra è incapace di respingere.

LAMPO ROLANDO - Un attimo prima del tris del cileno, Mazzarri aveva inserito Milito per dar aiuto al solitario Palacio, tocca poi a Botta e D'ambrosio. Mosse che, con i bianconeri che tirano il fiato appagati dal risultato, servono all'Inter per fermare l'agonia e a riprendere fiato quando Rolando trova l'angolo vincente a metà ripresa. Palacio avrebbe poi la palla per dimezzare le distanze, ma l'argentino è ancora una volta impreciso davanti a Storari. C'è spazio anche per un palo di Vucinic: a Conte può bastare così, in attesa della ciliegina sulla torta Osvaldo.

 

di Antonino Sambataro