FIrenze, 8 maggio 2014 - Giuseppe Rossi può cambiare l’Italia. Prandelli lo sa, l’ha sempre saputo, e non gli ha mai chiuso la porta della nazionale: «Lo aspettiamo, ma il tempo stringe», la posizione del ct. Prima del gol al Sassuolo, per l’attaccante viola era più no che sì, per il mondiale. La finale di coppa Italia, con quei venti minuti anonimi, non ha contribuito a rialzare le quotazioni dell’attaccante viola. Ma il lampo dell’altra sera ha riaperto una speranza. Nel suo caso, tutto è legato alle garanzie sulla tenuta del ginocchio, oltre che alla sua condizione atletica, dopo il lungo stop.

Il mondiale è una competizione dura, resa ancora più faticosa in Brasile dalle condizioni climatiche e dai lunghi spostamenti, i rischi di natura atletica non sono consentiti, in partenza. A favore di Rossi, il suo entusiasmo e le sue qualità umane, a maggior ragione per un ct come Prandelli che ha fatto del codice etico un punto fermo della sua gestione. La lista dei trenta azzurri per il mondiale (che scenderanno definitivamente a ventitré entro il 5 giugno) è attesa per martedì prossimo.

Rossi è già nel listone dei 40, ha effettuato i test fisici a Coverciano a metà aprile, e ora ha a disposizione un’altra partita, domenica a Livorno, per mandare un altro messaggio, più deciso, a Prandelli. Il suo sogno brasiliano passa anche dalle scelte di Montella. Partire titolare sarebbe di notevole aiuto, per ‘Pepito’. L’attacco azzurro è il reparto ancora con le maggiori alternative. Prandelli ha fatto sapere che nei trenta potrebbe inserire sette attaccanti, per poi portarne cinque in Brasile.

I tre sicuri sono Balotelli, Cerci e Gilardino, in grande rialzo Immobile, Insigne è stato promosso da Prandelli («E’ fra i trenta»), per gli altri due posti se la giocano Destro, Cassano e a questo punto Rossi. Senza il viola, il romanista (era sicuro, prima della squalifica) e il barese non avrebbero avuto rivali. La strada stretta di Rossi per il Brasile ora passa da Livorno. A proposito di Destro, una curiosità: Prandelli ne parlò molto bene a Coverciano anche prima degli Europei, ma poi portò Borini. Anche se a un mondiale, in genere, si va con tre centravanti.

 

di Alessandro Fiesoli