Roma, 24 giugno 2014 - "Sono responsabile del progetto tecnico, e dunque ho annunciato al presidente Figc Abete e a Demetrio Albertini le mie dimissioni". Così il ct azzurro Cesare Prandelli dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale. "Quando un progetto tecnico fallisce è giusto che ci si prenda le responsabilità", ha aggiunto.

Pochi minuti dopo arrivano anche quelle del presidente della Fic, Giancarlo Abete. "Era una decisione che avevo già preso prima dei Mondiali, a prescindere dal risutalto. Manterrò i miei incarichi in Uefa e Coni, ma voglio liberare la federazioni dalle cririche che mi vengono rivolte in quanto vertice federale". "Sono dimissioni irrevocabili, ha aggiunto, spero invece che Prandelli ci ripensi". Il ct azzurro però è convinto e glissa l'invito di Abete: "Anche le mie lo sono". "Da quando ho firmato il rinnovo, sono partiti attacchi come fossimo un partito politico: non rubo i soldi dei contribuenti, non ho mai rubato".

Già nel dopopartita Prandelli si era assunto le responsabilità e aveva puntato il dito contro l'arbitro. "Assurdo rimanere in dieci in una partita come questa. Non ci sono stati falli cattivi o da espulsione. Non si può condizionare così una gara, l’arbitro ha rovinato la partita". E sul suo futuro: "Dimissioni? Adesso vediamo". "Dovremo fare grandi riflessioni, mi assumo tutte le responsabilità del progetto tecnico", ha aggiunto .

Duro anche il giudizio su Mario Balotelli, autore di una pessima prova e lasciato negli spogliatoi all’intervallo dopo l’ammonizione rimediata nel primo tempo: “Lo consideravo, anzi lo considero un grande giocatore. Non si riesce mai a capire quando è calmo e quando è nervoso, deve dare maggiori garanzie di equilibrio. L’ho sostituito perché avevo paura di rimanere in dieci”.