Les Deux Alpes, 21 luglio 2010 - Un conto è sentirle raccontare, altra cosa è viverle. Sergio Piumetto c'era quel leggendario 27 luglio 1998: lavorava a Les Deux Alpes ed era, come tutti, emozionato e un po' teso. Era il gran giorno del Tour de France che, per la quindicesima tappa, aveva come sede d'arrivo proprio la località sciistica francese. Settimane, mesi di preparazione, per un evento che aveva coinvolto tutta una comunità, se non una regione, dai bambini agli anziani. In Francia è così, il Tour è una festa nazionale. Ma quel giorno la sorte era stata beffarda con gli organizzatori: una tempesta s'era abbattuta sulle strade dell'Isère e gli sforzi profusi rischiavano di essere vanificati. E invece no, perché quel giorno era il giorno di Marco Pantani.
 

“Ricordo facce tristi a Les Deux Alpes, un tempo da cani, ma poi lui sul Galibier ha deciso di partire. Ed è cambiato tutto”
 

Ha gli occhi che brillano, Sergio Piumetto, quando parla di Marco Pantani. Lui, da sempre appassionato del Pirata, quel giorno è rimasto folgorato.
“Tifosi tedeschi in visibilio per Marco che scattava, e a ogni stilettata faceva affondare la corazzata Ullrich, idolo della Germania intera. Capita solo nel ciclismo, e solo per le grandi imprese. Marco era così, amato da tutti, in Italia come nel resto d'Europa”.


Poi le note vicissitudini, Madonna di Campiglio, il ritorno, il crollo e la triste fine che tutti conosciamo.
“Passava il tempo, io tenevo dentro tutte le emozioni che Marco mi aveva trasmesso, le custodivo. Parlavo con la gente e vedevo che tanti erano come me, ancora 'innamorati' di Marco, anche a distanza di anni”.
 

E così, prima ha fondato la struttura Pantani Forever, poi è arrivata l'idea della 'Pantani Channel'.
“Cercavo una 'casa' per tutti i fan di Marco, un posto che contenesse tutte le informazioni su di lui, anche inedite. E così, nel 2008, è nata www.pantanichannel.it, una finestra multimediale sul Pirata, la prima web-tv dedicata interamente a un personaggio famoso”.
 

Ed è stato subito un successo.
“In meno di due anni 500 mila utenti unici hanno visitato il nostro sito. L'Italia è prima di pochissimo come numero di visitatori, a ruota ci sono Francia, Belgio e Olanda. Ci seguono da 78 paesi, dall'Uruguay alla Nuova Caledonia. E pensare che, per un disguido burocratico, il sito non è stato indicizzato in Google per oltre 10 mesi”.
 

Numeri che spingono Sergio Piumetto a non fermarsi, a continuare a sfornare iniziative in onore di Marco.
“Il 22 agosto si terrà la 'Marco Pantani Memorial Cycling', una gran fondo dedicata al Pirata, cui potranno partecipare tutti gli appassionati di ciclismo. Partenza e arrivo a Les Deux Alpes, per ripercorrere, in bicicletta, le strade del mito. L'anno scorso eravamo in 700, quest'anno saremo molti di più. Non mancheranno anche i genitori di Marco, mamma Tonina e papà Ferdinando (per tutti Paolo)”.
 

Ma c'è di più.
“Già, perché da quest'anno la 'Marco Pantani Memorial Cycling' è inserita nel circuito Grand Trophée, 13 gare famose in tutto il mondo che raccolgono cicloamatori da ogni parte del globo. La più conosciuta è la 'Marmotte', 10 mila iscritti quest'anno, con arrivo all'Alpe d'Huez. Dovevate vedere la ressa nei due tornanti della salita dedicati a Marco: si faceva fatica a passare. Report accurati di queste manifestazioni li potete trovare sulla Pantani Channel: quest'anno il canale ha seguito in diretta l'evento con video, interviste e quant'altro. Ed è stato boom di contatti”.
 

Uno sforzo organizzativo non indifferente.
“Potrei sembrare pazzo, ma ne vale la pena. Tenete presente che, per tutte le iniziative della Pantani Forever, devolviamo fondi in favore della 'Fondazione Marco Pantani'. A me basta vedere ogni volta che l'affetto nei confronti di Marco rimane e, anzi, cresce. Pochi anni fa, tema in classe fra i bambini delle elementari di una scuola francese: 'Parla del tuo mito'. Michael Jackson? Zinedine Zidane? No, quasi tutti hanno scelto 'Pantanì'.”
 

Altri progetti?
“Ne ho tanti in cantiere, piccoli sogni che stanno diventando realtà. Un passo alla volta, per Marco e per tutto il suo 'popolo'. Credetemi, siamo davvero tanti”.
 

Per chiudere, tra i ciclisti di oggi, c'è qualcuno che le ricorda Marco?
“No, assolutamente no. Non è una questione di bravura o di vittorie, la differenza sta tutta in quella luce che brillava negli occhi dei tifosi quando vivevano le imprese di Marco”.
 

Una luce che, grazie anche a Sergio Piumetto, non vuole spegnersi.