Herning, 5 maggio 2012 - "Sono felicissimo, oggi ho realizzato un sogno che cullavo fin dallo scorso ottobre". Dentro la sua prima maglia rosa, Taylor Phinney è il ritratto della felicità. Figlio d’arte (genitori ciclisti, la madre campionessa olimpica), cresciuto fra Marostica, dove ha acquistato l’accento veneto, e Quarrata, dove vive adesso, era il grande favorito: mantenere il pronostico è stata la vittoria in più.

"Ci tenevo molto, non è mai facile confermare le attese. Ho dato tutto quello che avevo, prima di partire ero abbastanza rilassato perché sapevo di avere una buona gamba. Oggi è stata dura, gli ultimi chilometri sono stati un inferno, non riuscivo a pensare a nulla se non al mal di gambe e al freddo che mi accompagnava. Mi sono gestito al meglio e sono felice perché ho fatto tutto quello che potevo. Poi questa maglia rosa... Sapete che legame ho con l'Italia, potete immaginare la mia emozione nel vestirla".

Dietro a Geraint Thomas e Alex Rasmussen, ai piedi del podio il miglior italiano di giornata, Manuele Boaro: "Speravo di poter fare il colpaccio, ma le crono sono così. Si tratta sempre di secondi…Ci ho creduto e la squadra con me, più di così non potevo fare. Ringrazio la Saxo per avermi portato al Giro d'Italia".

Buona la prova anche dell'ingegnere Marco Pinotti che ha dato un pugno sul manubrio tagliando il traguardo: "Il gesto di stizza è stata una reazione istintiva perché sapevo di essere vicino al miglior tempo. Mi sarebbe servito un rettilineo in più nel finale, magari bastava un chilometro in più. Ho seguito la strategia che mi ero prefissato: non rischiare troppo all'inizio e dare tutto nella seconda parte. Spingevo bene, ma evidentemente non abbastanza per vincere".

Protagonista di giornata il vento, che ha inciso molto sulla crono. In proposito, simpatico il commento spedito via Twitter da Valerio Agnoli, gregario di Ivan Basso: "Oggi se montavo la vela di Luna Rossa forse vincevo!".