dall'inviato Angelo Costa

Verona, 9 maggio 2012 - Contento Navardaukas, primo lituano in rosa della storia, contenti anche i favoriti d’Italia: la cronosquadre non si lascia alle spalle delusi. "Posso archiviare questa prova con soddisfazione – è il pensiero di Ivan Basso, che ha lasciato 21 secondi a Rodriguez, 4 a Kreuziger, ma ne ha guadagnati 8 su Scarponi e Cunego – Sono contento sia dela nostra performance che del risultato ottenuto in confronto alle squadre degli altri pretendenti alla maglia rosa. Non era una prova facile da interpretare. L’ordine di arrivo ha detto che i valori in campo sono quelli che ci aspettavamo. E’ un nuovo passo avanti: la “speciale” classifica degli uomini per la generale non si è praticamente mossa. Solo Rodriguez ha guadagnato un po’ di secondi. Parliamo sempre di distacchi contenuti: non è questo il momento di fare bilanci sulla classifica, dobbiamo solo concentrarsi sulla tappa seguente e costruire la nostra corsa mattone dopo mattone".

Sorride Basso, sorridono anche i duellanti di casa Lampre. Cunego, che correva sulle strade di casa, vede il bicchiere mezzo pieno: ‘E’ stata una cronosquadre impegnativa, un grande sforzo. Fa piacere aver realizzato una bella prestazione, abbiamo tenuto alto il ritmo per tutto il percorso”. Scarponi, invece, allunga l’occhio alla classifica: ‘E’ andata bene. Abbiamo passato la cronosquadre limitando davvero al minimo il divario dalle altre squadre e soprattutto da chi pensa alla classifica generale. Il comportamento di tutta la squadra è stato ottimo, Malori ha rifinito alla grande il lavoro degli altri compagni”.

Se è contento chi ha perso, figuriamoci chi ha vinto. Ramunas Navardauskas è il ritratto della felicità. Al punto da scherzare con chi gli fa notare che il suo nome è davvero impronunciabile: ‘Fate come i miei amici: a loro dico sempre di chiamarmi come preferiscono’. Tifoso di basket, cresciuto in Francia e ora parcheggiato in Spagna dove ha sede la sua squadra, Navardauskas riemerge dal tunnel dove era precipitato alla Tirreno-Adriatico, rompendosi la spalla: dopo due mesi di stop eccolo in cima al Giro. "Non conosco ancora i miei limiti, mi sto scoprendo e a volte come oggi mi stupisco da solo. Puntavo alla maglia bianca e invece mi ritrova addirittura in rosa: è bellissimo’.

INFORTUNIO PER GUARDINI - Si allunga l'elenco dei malconci del Giro: nella cronosquadre sulle strade di casa, il veronese Andrea Guardini è finito in terra, battendo la schiena. Soccorso dai sanitari della squadra, è stato accompagnato all'ospedale Borgo Roma dove gli sono state diagnosticate botte e ferite varie nella zona del bacino. Ora bisognerà attendere di capire come Guardini passerà la notte, anche se il velocista ha già fatto sapere di voler prendere il via domattina a Modena.