Rocca di Cambio, 12 maggio 2012 - Primo canadese in testa al Giro, Ryder Hesjedal ha la voglia di rivelarsi un brutto cliente: settimo al Tour due anni fa, è convinto di poter reggere fino alla fine, magari puntando al podio. Nel frattempo, si gode una maglia rosa arrivata con 24 ore di ritardo. ‘Ero molto arrabbiato a Porto Sant’Elpidio perché andare in testa alla classifica era un mio obiettivo: per questo stamattina sono partito con l’idea di rifarmi subito. Esserci riuscito mi rende felice, anche se adesso non so dirvi dove potrò arrivare: io spero il più lontano possibile, anche perché nei grandi giri ho già dimostrato di saper tener duro’.

Ha tenuto duro fino all’arrivo Paolo Tiralongo, che sulla salita finale conquista la seconda vittoria al Giro: ultimo italiano a riuscirci, nell’edizione passata aveva coronato un sogno grazie all’aiuto dell’amico Contador, che a Macugnaga gli aveva servito la tappa su un piatto d’argento dopo averlo ‘scortato’ nell’ultimo chilometro. «Ho fatto molta fatica a prendere la ruota di Scarponi, ma sono riuscito a stargli attaccato. A 250 metri ho pensato che Michele non sarebbe andato così forte fino all’arrivo, così appena si è voltato e seduto ho fatto uno sforzo immenso e l’ho saltato. Sono arrivato stremato, è stata una tappa dura e lunga, anche perché la frazione di ieri l’abbiamo sentita tutti nelle gambe’.

Una vittoria che alza il morale in casa Astana, dove il leader designato per la classifica resta il ceco Kreuziger. ‘Oggi ero io il corridore deputato per cercare la vittoria - racconta Tiralongo, ora secondo alle spalle di Hesjedal  - Ho cercato di prendere la discesa davanti nel finale, sono rimasto a ruota della Lampre e ho trovato una bella vittoria. Kreuziger? Roman deve restare tranquillo, il Giro è lungo e lui sa che può contare su di me. Contador? Con Alberto sono sempre in contatto, so che sta lavorando duro e lo aspetto alla Vuelta, dove sono convinto che rivedremo il grande Alberto di sempre».

Nonostante la vittoria gli sia sfuggita negli ultimi metri, Michele Scarponi è sereno: «È stata una tappa difficile. A dire la verità non pensavo di far niente, poi mi sono trovato davanti con il mio compagno Niemec e ho provato ad inventarmi qualcosa. Come cambia la corsa? In nessun modo, dobbiamo continuare così».
Stessa serenità per Ivan Basso, che ha retto bene l’urto di una salitella più adatta agli scattisti: ‘Era una salita pedalabile, ho pagato qualche secondo rispetto ai primi, ma non sono per niente preoccupato: mancano ancora due settimane e io sto sempre meglio’.

dall'inviato Angelo Costa