dall'inviato Angelo Costa

Lago Laceno (Avellino), 13 maggio 2012 - "Domenica per me può essere una giornata di tempo splendido", ripeteva da giorni Domenico Pozzovivo, scalatorino mignon della Colnago Csf di Reverberi nonché appassionato di meteo. Previsione azzeccata: arrampicandosi verso Lago Laceno, salita a lui ben nota perché a due passi dalla sua Basilicata, il Pozzo stacca tutti, regalandosi la prima vittoria al Giro.

"Quando ho scollinato e sono arrivato nel tratto di pianura prima del traguardo un po' di apprensione mi è venuta, perché sono un peso leggero. Ma quando ho visto sul computer che riuscivo ad andare a 50 orari mi sono detto: non mi vengono più a prendere", racconta Pozzovivo. "E' vero che questa tappa non era tra le più adatte a me, ma tre giorni di fatiche si sono fatti sentire su tutti: anch'io l'ho avvertita, evidentemente meno di altri".

Dopo questa vittoria, non pensi di poter dire la tua anche al Giro?
"Sono troppo piccolo per un'impresa così grande. Ma il morale è alto: ora cerco un'altra vittoria di tappa, poi si vedrà".

E' un Giro aperto?
"Tanti dicono che è facile e leggero, io penso che sia soltanto meno disumano di quello di un anno fa: è un bel Giro, ci sono tappe dure, ma non massacranti".

Hai tanti interessi, dalla politica alla musica: perché hai scelto il ciclismo?
"Perché è uno sport che ha tanti incroci con la storia del nostro Paese e questo mi appassiona. Poi amo le montagne e la natura: qui trovo entrambe. In salita si fatica? E' vero, ma in allenamento non sempre ci si tira il collo e io riesco anche a godermi i paesaggi e a divertirmi".

E' una vittoria anche del Sud?
"Se questo successo servisse ad attirare l'attenzione sui problemi legati al ciclismo, magari a far costruire qualche ciclabile e ad avviare a questo sport altri giovani, sarei felice. E' difficile. Ma un meridionale che vince magari qualcosa smuove".

Le tre salite che ami?
"Mortirolo, Giau e Punta Veleno, dove ho vinto un mese fa al Trentino".

Le tre che detesti?
"Zoncolan, Tre Cime di Lavaredo e Punta Veleno, perché è tremenda".

Le discese meno amate?
"Tutte quelle bagnate. Con l'asciutto: il Vivione, lo sterrato di Orvieto e il Gavia".

Pensi mai di andare al Tour?
"E' il sogno di ogni ciclista, magari un giorno riuscirò a realizzarlo. E' una corsa dove fa caldo e io amo le temperature alte, anche se in Francia non ci sono certo le salite del Giro".

Piccolo è bello (è alto 165 centimetri e pesa 53 chili, ndr) oppure ti piacerebbe essere due metri?
"Non esageriamo: a volte vorrei essere un metro e 80 per guardare gli altri alla pari, ma ognuno deve accontentarsi di ciò che ha".

Perché vai forte in salita?
"Potrei citare Pantani, che diceva di voler abbreviare la sofferenza. Io mi carico pensando alla musica, anche oggi avevo in testa l'ultima canzone di Giorgia e Jovanotti, ma anch'io punto ad arrivare quanto prima in cima".

Pozzovivo, teme di spegnersi nell'ultima settimana?
"Di solito miglioro, anche se è dura restare in forma a lungo come sto facendo io. Però in questo Giro il bello arriva alla fine, con le montagne più belle: saranno quelle a caricarmi".