Dall’inviato Angelo Costa
Cortina, 23 maggio 2012 - Un vincitore di tappa e un vincitore morale: dietro Joaquin Rodriguez, che onora la sua maglia rosa conquistando la tappa per ricordare l’amico Tondo Volpini, tragicamente scomparso un anno fa, c’è un Ivan Basso sempre più sereno e sicuro di sé.

"È stata una tappa molto difficile, avete visto tutti che ci siamo dati battaglia dal Passo Duran, credo sia stata una giornata di grande ciclismo per tutti. Szmyd? Non era in grande giornata, ha cercato fino all’ultimo di darmi una mano, ma non ce l’ha fatta a causa dei crampi, così sul Passo Giau mi sono mosso in prima persona. La classifica? Si è mossa un po’ anche se non forse come volevo, ma ripeteremo la stessa strategia venerdì e sabato e poi vedremo di raccogliere i risultati che desideriamo".
 

Desidera vincere, anche se ancora c’è molto da fare: ad esempio, togliere di mezzo il canadese Hesjedal, che sulle grandi salite è ancora lì e prova persino ad attaccare. "Credo che la conferma di oggi sia stato proprio Hesjedal: è un atleta molto in gamba e bisogna cercare di allontanarlo da quella posizione, altrimenti domenica sarà lui il favorito nella crono - racconta Basso -. Cosa mi ha detto Rodriguez dopo il traguardo quando mi ha abbracciato? Che sono andato forte... Ho tanti tifosi, mi stanno seguendo in modo eccezionale, questa è la vittoria più grande per me: ho cinque giorni per cercare di dare loro la più bella soddisfazione".


Oltre a quelli legati alla classifica, Purito Rodriguez aveva un motivo in più per vincere: un anno esatto fa perdeva la vita il ciclista Tondo Volpini, schiacciato dalla porta del garage mentre usciva con l’auto. "Oggi per me è stato un giorno molto speciale – dice la maglia rosa -: un anno fa è morto Xavi Tondo, un mio grande amico. L'ho conosciuto non solo durante la nostra carriera professionale, ma siamo stati amici fin da quando eravamo bambini. Mi dà fastidio quando la gente parla di lui senza conoscerlo, preferisco tener dentro di me le cose belle che ci univano. Così oggi ho cercato con determinazione la vittoria e alla fine ci sono riuscito: la dedica è tutta per lui".
 

Non una tappa come le altre: Cortina era il primo arrivo dopo quattro passi di alta montagna. "Quella di oggi è stata una giornata molto dura: Basso e la Liquigas hanno fatto un lavoro enorme, e se andranno avanti così venerdì e sabato non sarà facile resistere per me e per chiunque altro. Vincendo la tappa non credo di aver dimostrato di essere il più forte. Sono andato bene per tutta la tappa. Oggi stavo bene ma non credo di essere stato più forte di Basso: oltre che con me per essere riuscito a vincere, è giusto congratularsi con lui per la sua prestazione. Ora penso che Ryder Hesjedal sia il grande favorito perché è quello che a cronometro va più forte di tutti. Dobbiamo attaccarlo e provare a farlo cedere, altrimenti vincerà il Giro. Io spero che si stacchi prima o poi e farò di tutto affinchè questo accada. Ryder è forte ma vedremo cosa succederà nelle ultime tappa. Ma se poi dovesse risultare vincitore, beh, credo sia giusto che se qualcuno dimostra di essere più forte, sia giusto congratularsi con lui".


Un pensiero, Rodriguez lo rivolge anche alla sua squadra. ‘Moreno si è staccato sull’ultima salita e Losada mi è stato vicino praticamente fino in cima. E’ normale che quando ci sono degli attacchi sia la squadra del leader della classifica generale a lavorare più delle altre. Io mi sono sentito molto al sicuro con Moreno e Losada vicino a me praticamente per tutta la tappa". Compagni virtuali, che solo la maglia rosa ha visto accanto a sé scalando il Giau.


In cima al Giau ha visto spegnersi la luce Michele Scarponi: negli ultimi cinquecento metri, quando Pozzovivo ha aperto il gas, lo scalatore marchigiano ha sentito bruciare le gambe. "Ho avuto un po’ di crampi nella parte finale sul Giau, non è stato facile affrontare la discesa: volevo rientrare sui primi e non riuscivo a pedalare. Superato il momento difficile sono rientrato su di loro anche perché davanti c’era Basso, che non è certo un drago in discesa... - riesce a sorridere Scarponi - Devo dire che sono stato bravo a gestire una situazione difficile. Se non avessi avuto quel problema, avrei provato ad inventare qualcosa in discesa. Sono riuscito a salvare la situazione. Il motivo dei crampi? Ho sudato parecchio e penso di essermi idratato poco, ma l’andatura della Liquigas è stata micidiale anche oggi, anche se alla fine ho ringraziato Pozzovivo perché per poco non mi dà il colpo di grazia".


Anche Scarponi indica in Hesjedal un pericolo: "È andato fortissimo, ha avuto qualche momento difficile nelle prime due settimane e abbiamo sbagliato a non approfittarne. Adesso è lì ed è molto pericoloso anche perché a cronometro è il più forte".


Il grande spauracchio è sempre più sicuro di sé: "Non mi sorprende quel che ho fatto oggi - dice Hesjedal - è dall’inizio del Giro che sono presente: cercherò di restarlo fino in fondo. Cosa ho capito oggi? Che i grandi favoriti non sono tanto più forti di me".
 

Coi grandi favoriti arrivato ancora Uran Uran, colombiano che sulle montagne si esalta. "Oggi è stato un bel giorno per me, la condizione c’è e penso si sia vista. Ma davanti abbiamo ancora due tappe difficilissime. Sul Giau? Nessuno aveva la gamba per attaccare e per fare la differenza".

Come il sudamericano, anche Pozzovivo, che col ritorno del beltempo e l'arrivo delle grandi salite non si è fatto pregare a recitare un ruolo da protagonista: "Ho allungato per capire come stavamo i miei avversari e, mentre Scarponi si è staccato per crampi, Basso, Rodriguez ma soprattutto Hesjedal hanno dato segnali per me molto importanti – ha  detto lo scalatore della Colnago Csf Bardiani-. Fino a quel momento ero stato in difesa tenendo bene l’andatura di Basso che a metà salita ha fatto selezione. Oggi per me è stata una tappa che ha detto molto e che mi ha fatto capire che sono ancora in gioco  per un ruolo importante”.
 

Sesto al traguardo e ora settimo della generale a 3’19” da Rodriguez. Che Pozzovivo vedremo a l’Alpe di Pampeago e sullo Stelvio? “Sono montagne che prediligo e che conosco bene. Non sarà facile
superarle da protagonista ma ci proverò. Fa paura Hesjedal anche perché lui a cronometro va più forte di tutti. Se sto bene attaccherò,sono le ultime occasioni da cogliere per fare un grande risultato”