Roma, 23 marzo 2014 - Alexander Kristoff ha vinto la 105/a edizione della Milano-Sanremo, la prima delle classiche di primavera di 294 chilometri. Il norvegese della Katusha, che succede nell'albo d'oro al tedesco Gerald Ciolek, si è imposto in volata su un tracciato identico a quello del 2007, allorché trionfò lo spagnolo Oscar Freire, dopo la cancellazione delle Manie ed il mancato inserimento della nuova ascesa della Pompeiana, tra Cipressa e Poggio.

L'ARRIVO - Lo sprint del 26enne di Oslo, il primo norvegese a mettere in bacheca la Classicissima di Primavera, è regale e non lascia scampo allo svizzero Fabian Cancellara (Trek) e all'inglese Ben Swift (Sky). Il migliore degli italiani è Sonny Colbrelli (Bardiani-Csf), sesto, mentre Sacha Modolo (Lampre-Merida) è decimo.

LA PARTENZA - La corsa, caratterizzata come lo scorso anno dal maltempo e dal freddo, si accende subito con una fuga a sei di Haas, Parrienello, Tjallingi, Bono, Barta e De Maar. Il gruppetto si va lentamente assottigliando, mentre le condizioni meteo costringono al ritiro nomi di primo piano come Ulissi, Kwiatkowski e Rainshaw. Restano in quattro davanti su Capo Mele e Capo Berta, due (De Maar e Tjallingi) sulla Cipressa, dove De Marchi alza il ritmo per Sagan. E dove Vincenzo Nibali tenta l'assolo con uno dei suoi proverbiali scatti. Il siciliano dell'Astana fa subito il vuoto e arriva ad accumulare circa 25" dai migliori, annullando di fatto la fuga di giornata. La Bmc però non concede spazio e, sul Poggio, anche il re del Giro è rimontato. Rast prima e Battaglin poi provano a sorprendere i big, Gilbert pero' sorveglia con Bennati alle ruote. 

TUTTI IN VOLATA - Insomma, come accade sempre più spesso, l'ultimo strappo prima dell'arrivo non fa selezione, tanto che Degenkolb, dopo una foratura, riesce a rientrare. Si sfilano Greipel e Cavendish in discesa Van Avermat mette in fila il gruppo all'attacco dell'Aurelia, dove Colbrelli fila via con qualche timore di gruppo. La volata è inevitabile e Kristoff, bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, impone di forza la sua legge sui rivali, conquistando la seconda affermazione stagionale dopo la seconda tappa del Giro dell'Oman. Cancellara sbatte i pugni sul manubrio, Sagan e Cavendish si leccano le ferite per non aver potuto nemmeno partecipare al colpo di reni che ha eletto un vichingo sul trono della Classicissima.