Belfast, 9 maggio 2014 - Non è detto che sia un peccato non avere i grandi nomi: ci sarà più spazio per i nomi nuovi. Al Giro d’Italia che scatta dall’Irlanda, pronto a invadere le strade e i pomeriggi televisivi degli italiani, la parola d’ordine è dare spazio ai giovani: c’è una generazione nuova che bussa alla porta. Non basta: in questa edizione dovrà dimostrare anche di saperla aprire.

Mancando Froome, Contador e Nibali, i tre tenores delle grandi corse a tappe che hanno scelto di suonarsele fra loro al Tour, c’è posto per le new entry. Qualcuno dal talento già espresso, altri che scalpitano per metter finalmente la testa fuori dalla cesta. E’ il bello di una corsa che mai come stavolta si apre al domani: il ciclismo che vuole voltar pagina stavolta può farlo anche passando dall’anagrafe.

Nel lungo viaggio dal Regno Unito a Trieste, affascinante da seguire anche solo per gli scorci e i panorami che il nostro inimitabile Paese propone, non mancano gli attori designati: più di tutti Nairo Quintana, ‘il miglior scalatore del mondo’, come lo raccontano nella sua Colombia. Ha una pelle bruciata che lo rende più vecchio dei suoi 24 anni e una storia personale nel segno delle difficoltà: guarito dal ‘morbo dei defunti’, come nel suo Paese chiamano il virus che colpirebbe i neonati e le donne incinte transitate accanto a una bara, poi uscito da guai polmonari, si è sobbarcato da adolescente il peso di una famiglia contadina, ma non povera, «perchè da mangiare non mi è mai mancato» ed è diventato ciclista sfidando sulle salite corridori esperti.

Secondo al Tour dello scorso anno, ‘obbligato’ dalla squadra a venire in Italia per lasciare via libera in Francia al compagno Valverde, Quintana, che legge Garcia Marquez e sogna di portare da Papa Francesco la figlioletta nata tre mesi fa, qui troverà una concorrenza degna: stagionati campioni come Purito Rodriguez e Cadel Evans, giovanotti che lievitano come il suo connazionale Uran o il nostro Aru. «Sono qui per vincere», è il suo biglietto da visita: non nascondersi è già un segnale di qualità.

Non si nasconderà nemmeno oggi, nella cronosquadre di 22 chilometri dove la sua Movistar può far bene come le favorite Orica, Omega e Bmc. «Ma qui in Irlanda, con pioggia e vento, bisognerà stare attenti, perchè si può perdere il Giro», dice. E’ la prima regola dei vincenti: evitare di buttar via tempo prezioso.

 

di Angelo Costa