Bari, 13 maggio 2014 - Va a casa Kittel, Bouhanni ne approfitta: il francesino di Algeria, velocista vecchio stampo con la passione per la boxe che pratica durante i mesi invernali, coglie il primo successo in un grande giro. In coda a una giornata perfino surreale: anche in Puglia piove come in Irlanda, ma le condizioni delle strade sono ben diverse e spaventano il gruppo che, dopo aver chiesto e giustamente ottenuto di neutralizzare la tappa prima dell’ultimo giro sullo scivoloso circuito di Bari, di fatto neutralizza la corsa.

Non c’è battaglia, non c’è emozione, ma si vedono solo corridori impegnati a discutere fra di loro o con la giuria, nonostante per lunghi tratti si corra sull’asciutto. Al termine di discussioni e dispetti, con un corridore che si presenta persino davanti al gruppo a chiedere a tutti ‘time out’ perché la velocità resti controllata, si corre: Bouhanni, rientrato da una foratura, rimonta l’olandese Veelers, contiene Nizzolo ed entra nell’elenco dei vincitori al Giro. «Sono contentissimo, a due giri dall’arrivo non credevo di potercela fare perché sono stato appiedato da una foratura, ma sono stato supportato da una grande squadra che mi ha riportato davanti in tempo per sprintare. Ho rischiato di cadere 2-3 volte, nel finale sembrava davvero di essere sul ghiaccio, ma ho dato il massimo per vincere. L'ultimo giro la strada era scivolosa, abbiamo corso numerosi rischi ma fanno parte della gara. Neutralizzare parte della corsa è stato un peccato, perché il Giro va onorato, ma in effetti ci siamo trovati in condizioni limite. All'ultima curva la ruota posteriore mi è girata a vuoto, ma poi ho recuperato».

Condanna il comportamento dei colleghi Bouhanni, è sulla stessa linea Viviani, nonostante gli sia accaduto di tutti: scivola a due chilometri dall’arrivo insieme al compagno Marangoni (che si scuserà via twitter dicendo ‘ho fatto una gran brutta figura’), si rialza, rincorre chi è davanti e chiude al quinto posto. "Siamo qui per correre, certi rischi fanno parte del nostro mestiere: noi velocisti conviviamo col pericolo", dice il veronese, dimostrandosi corridore vero. Come del resto lo sfortunato Colbrelli, altro giovane velocista di belle  speranze, finito in terra col compagno Ruffoni: "Peccato, a due chilometri dall’arrivo ero in buona posizione: ho evitato chi è andato giù davanti a me, ma sono stato falciato da dietro…".

Alla fine di una giornata così, tra i pochi a sorridere c’è l’australiano Michael Matthews, in rosa per il terzo giorno, un record: dei suoi connazionali, c’era riuscito soltanto Porte. Mercoledì rischia la maglia, nel finale in leggera salita a Viggiano: tra i più sereni c’è Scarponi (‘Si comincia a cambiare musica, ma sarebbe meglio che prima cambiasse il tempo…’), tra i più combattivi c’è Purito Rodriguez che, a dispetto di una bronchite, annuncia la voglia di cominciare la rimonta andando a caccia di abbuoni.

 

di Angelo Costa