Rifugio Panarotta (Trento), 29 maggio 2014 - Festa colombiana: sull’inedita cima del Rifugio Panarotta si celebra la grande giornata di Julian Arredondo, che da inizio Giro porta a spasso la maglia degli scalatori. Cresciuto nelle Marche e rimasto senza squadra lo scorso anno, ha trovato posto alla Trek e ha fatto di tutto per ripagare la fiducia: ci riesce in coda a una lunga fuga nella quale si infila pure Ivan Basso, che sull’ascesa finale prova invano a riscattarsi, tentando l’allungo. "Questa tappa è lo specchio del mio Giro: non sono mai stato al top. Ma era doveroso provarci, per me e i tifosi: spero abbiano apprezzato la mia azione anche se non ho vinto", dice con grande onestà il vincitore di due Giri.

Deluso Basso, è il ritratto della felicità Arredondo, 25 anni, decollato a quattro chilometri dal traguardo e arrivato stremato negli ultimi metri. "L'avevo detto sin dal Tour de San Luis, in gennaio, che l’obiettivo era il Giro d'Italia, ci ho provato sin dall'inizio di questa corsa a cercare la vittoria. Oggi è arrivata e la voglio dedicare alla squadra, a Dirk Demol, a Tonti, a tutti coloro che hanno creduto in me quando non ero nessuno. Non ci credo ancora, non ci credo ancora e non so cosa dire... Stasera festeggiamo sicuramente perché dopo tre secondi posti e due terzi posti ce la meritavamo. E sarà festa doppia perché dobbiamo festeggiare anche la maglia azzurra di leader degli scalatori".

La festa colombiana rischia di proseguire nei prossimi due giorni: la cronoscalata del monte Grappa di venerdì e il tappone con lo Zoncolan il giorno dopo sembrano disegnati apposta per Quintana, che mentre il connazionale Arredondo va a vincere la tappa si limita a controllare agevolmente gli avversari di classifica. E’ il segnale che il leader della corsa sta preparando un gran finale: ne avrà bisogno, per non vincere questo Giro con l’etichetta di chi ha fatto il furbo nella discesa dallo Stelvio.

"Giornata tranquilla, dove ho controllato gli attacchi che mi aspettavo - racconta Quintana, premiato all’arrivo dal pilota ferrarista Fernando Alonso, ospite interessato in corsa, visto che sta allestendo un team di ciclismo per la prossima stagione -. Giro finito? No, il Giro finirà domenica a Trieste, anche se sento di migliorare col passar dei giorni e di aver superato i malanni fisici. La crono? Mi piace, ha pendenze che mi si addicono: penso di fare una buona tappa".

Proverà a fargli cambiare idea il connazionale Uran, che prima di andare in albergo si limita a una battuta che profuma di minaccia per la maglia rosa: "Domani sarà una giornata importante, per me e per il Giro". Lo sarà anche per Fabio Aru, che con un paio di scatti nell’ultimo chilometro guadagna qualche briciola per la classifica, ma soprattutto per il morale: oltre alla fiducia, sul monte Grappa lo spingeranno i precedenti, perché da dilettante questa era la sua salita preferita. Salita ancora amara, invece, per Cadel Evans, che perde ancora il passo dei migliori: scivolato al nono posto in classifica, difficilmente troverà posto sul podio.

 

all’inviato Angelo Costa