Roma, 1 ottobre 2012 - Con una straordinaria rimonta nei singoli l’Europa, guidata dallo spagnolo José Maria Olazabal, ha vinto la 39° Ryder Cup, disputata sul percorso del Medinah CC, a Medinah nell’Illinois. I continentali, in svantaggio di 6-10 dopo i doppi, hanno rimontato con un parziale di 8,5 a 3,5 e si sono imposti per 14,5-13,5.

Il 14° punto che ha dato la parità all’Europa e la certezza di riportare indietro il trofeo (essendo detentori) lo ha portato Martin Kaymer e il mezzo punto che ha dato la vittoria piena lo ha firmato Francesco Molinari, impattando con Tiger Woods.

Uno dei protagonisti assoluti dell’impresa è stato Ian Poulter che ha fatto il pieno con 4 punti su altrettanti incontri, il quale nel singolo ha piegato Webb Simpson dando la carica agli altri.

E ancora più prezioso è stato il punto di Justin Rose strappato di forza a Phil Mickelson, che sembrava averlo già in tasca. A dare fiducia al resto del gruppo ancora in campo hanno pensato anche Luke Donald, Rory McIlroy e Paul Lawrie: il quintetto ha confezionato cinque punti nei primi sei match, contro l’unico raccolto da Dustin Johnson, che hanno rimesso il confronto in equilibrio.

Chi era ancora in campo ha capito che il sorpasso non era più una utopia della vigilia, ipotizzata tanto per tenere in qualche modo alto il morale. Nel contempo gli statunitensi con le sconfitte dei loro pezzi da 90, ossia di Bubba Watson, Webb Simpson, Brandt Snedeker e soprattutto di Phil Mickelson e di Keegan Bradley, che avevano fatto quel che avevano voluto nei doppi, perdevano tutte le certezze. Stricker ha sbagliato tutto alla 17 e ha mandato avanti Kaymer, poi ha tirato un secondo colpo troppo lungo alla 18 e in pratica ha lasciato la Ryder Cup nelle mani dei continentali, che con il pareggio, come detto, l’avrebbero riportata a casa in quanto detentori.

Anche Tiger Woods, però, ha voluto metterci del suo. E’ andato in vantaggio su Molinari alla 17, quando il torinese ha sbagliato l’approccio lasciandosi un putt di rientro troppo lungo, cogliendo il tempo giusto, perché ha messo una pressione incredibile addosso a Kaymer che doveva imbucare un putt di un metro e mezzo per vincere contro Stricker.

Una volta svanito il successo anche Tiger si è un po’ deconcentrato, mentre Molinari ha mantenuto la tensione appropriata anche se i festeggiamenti erano già cominciati. Il torinese ha giocato nel modo giusto e si è lasciato un putt di un metro per il par. Da una distanza di poco superiore Woods ha avuto il colpo per mantenere l’1 up, ma l’ha sbagliato e non ci ha pensato neanche un attimo, con grande signorilità, a concedere la buca all’azzurro, ben sapendo che sarebbe stata sconfitta intera.

Tra gli statunitensi l’unico imbattuto è stato Dustin Johnson con 3 punti su tre gare, ma si è distinto pure Jason Dufner (3 punti su 4). Tre punti su quattro anche per Mickelson, Bradley e Zach Johnson, due su quattro per Simpson e per Watson, due su tre per Matt Kuchar e note dolenti per Jim Furyk e Brandt Snedeker con un solo successo su tre incontri, e soprattutto per Tiger Woods, con un mezzo punto su quattro da poter conquistare, e per Stricker, che ha concluso con uno zero su quattro. Hanno coadiuvato il capitano Davis Love III i vice capitani Fred Couples, Mike Hulbert, Jeff Sluman e Scott Verplank.

“Sono davvero senza parole - ha detto a caldo Francesco Molinari - Lo so, quando accadono cose di questo tipo è la frase che dicono tutti, ma francamente è un evento fuori del comune. Sono stati i due punti conquistati in extremis nei doppi a darci la forza di credere nella rimonta e poi il nostro capitano ha fatto il resto con discorsi appropriati e dandoci le motivazioni giuste. Ho affrontato Tiger Woods, memore della volta precedente quando pur avendo giocato bene era finita piuttosto male, con l’idea di esprimermi al meglio delle mie possibilità e poi tirare i conti. Nel finale ho avuto un paio di occasioni l’1 up, ma è andato benissimo il pareggio specie alla luce di quello che è valso”.