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EPILOGO: Rory McIlroy non si ferma più. Con un giro conclusivo in 68 colpi, nel quale ha rimontato il parziale di +2 dopo sei buche, ha vinto il secondo major consecutivo e il terzo torneo di seguito al quale prende parte (la scorsa settimana il Bridgestone).

In una giornata finale, in cui il maltempo ha fatto la sua parte, McIlroy, leader dopo tre turni, è partito male con due bogey in sei buche e ha lasciato spazio a Stenson, Fowler e Mickelson, che sono passati a condurre. Fowler è rimasto anche al comando da solo sul “meno 15”, mentre il nordirlandese cercava di limitare i danni sulle prime nove buche e ci riusciva con un birdie che alleggeriva la situazione, ma lo lasciava sempre dietro. La svolta alla decima buca, quando McIlroy ha riagganciato i fuggitivi con un eagle e da quel momento si è avuta netta la sensazione di come sarebbe andata  finire. Il numero uno mondiale non ha sbagliato praticamente quasi più nulla, realizzando altri due birdie, di cui l’ultimo alla buca 17 gli ha dato due colpi di vantaggio e la certezza del quarto major nel palmares. Nel frattempo Stenson e Fowler erano incappati in un bogey alla 14ª che li ha messi fuori gioco e Mickelson il colpo decisivo lo ha perso alla 16ª. Poi però ha trovato il birdie alla buca 18 che gli ha dato il secondo posto in solitudine. 

Gli italiani: Bassa classifica per Edoardo Molinari, 47° con 283 (66 73 71 73, -1), e il fratello Francesco, 59° con 284 (71 71 71 71, par). Nel turno finale fino alla 14ª buca Edorado è andato per tre volte sotto par, ma ha subito perso il vantaggio sul campo. Ha iniziato con due birdie, annullati da due bogey ed è arrivato al giro di boa in 35 colpi (par), poi ha alternato altri due birdie a due bogey e ha chiuso il suo major con la sequenza bogey-doppio bogey-birdie per il 73 (+2). Francesco Molinari è stato fin troppo regolare con quattro giri tutti nel 71 del par che l’hanno tenuto nella parte bassa della graduatoria. Partito male con due bogey in fila ha poi recuperato nel rientro con tre birdie e un bogey.

TERZO GIRO: Rory McIlroy ha mantenuto il comando con 200 colpi (66 67 67, -13). E’ scivolato a metà classifica Edoardo Molinari, da 17° a 38° con 210 (66 73 71, -3) dopo un 71 (par), stesso punteggio realizzato dal fratello Francesco, 56° con 213 (71 71 71, par)

E’ dovuto ricorrere agli effetti speciali McIlroy per allungare una classifica in cui a poche buche dal termine c’erano troppo leader, così con tre birdie nelle ultime quattro ha riportato un po’ d’ordine, ovviamente in base al suo punto di vista. E’ rimasto sulla sua scia il tenace e sorprendente austriaco Bernd Wiesberger, secondo con 201 (-12), e hanno tenuto Rickie Fowler, terzo con 202 (-11), Phil Mickelson e l’australiano Jason Day, quarti con 203 (-10). Il rush del nordirlandese ha allontanato altri pericolosi concorrenti, ma non li ha messi fuori gioco, perché hanno sicuramente possibilità di correre per il titolo Ryan Palmer, il sudafricano Louis Oosthuizen, lo svedese Henrik Stenson e il finlandese Mikko Ilonen, sesti con 204 (-9). Sono invece probabilmente out Jim Furyk, Hunter Mahan, l’australiano Adam Scott e l’inglese Lee Westwood, 13.i con 206 (-7), anche se sei colpi di vantaggio non costituiscono assoluta sicurezza.
Per gli altri big, che speravano in un esito migliore, c’è solo la possibilità di salire in graduatoria, magra soddisfazione in una di quelle gare in cui l’importante non è partecipare, ma vincere. Ha provato a riscattare due giri in ombra lo spagnolo Sergio Garcia, 23° con 208 (-5), e il tentativo gli è riuscito con un 66 (-5) che gli ha fatto scalare trenta posizioni e agganciare il sudafricano Ernie Els, la cui andatura è stata più regolare. Seguono al 32° posto con 209 (-4) l’inglese Justin Rose e il sudafricano Charl Schwartzel, al 38°, insieme a Edoardo Molinari, l’altro inglese Luke Donald, al 50° con 212 (-1) Zach Johnson, il fiano Vijay Singh e l’inglese Ian Poulter. Assolutamente deludenti il nordirlandese Graeme McDowell, 63° con 214 (+1), e Bubba Watson, 70° con 215 (+2).

Per quattordici buche McIlroy non ha avuto l’andatura fluida del giro precedente, ma dopo tre birdie e due bogey, con la confusione che stava regnando in cima alla graduatoria, ha dato una decisa sterzata e con i tre birdie di cui si è detto (67, -4) ha rimesso tutti in fila.
“Non ho un grande vantaggio - ha detto - ma intanto sono nella posizione migliore in cui si possa stare e ho il controllo del torneo. A un certo punto ho compreso che con un paio di birdie nelle buche di rientro avrei potuto mantenere il primato e così è stato. Ne sono arrivati tre, ma i due alle buche 15 e 16 mi hanno dato una particolare soddisfazione per come li ho costruiti”.
Wiesberger, 29enne viennese, numero 70 nel world ranking e con due titoli nell’European Tour datati 2012, ha siglato con 65 (-6) il miglior score di giornata e ha segnato tre dei suoi sei birdie in chiusura, così da contrare efficacemente l’allungo di McIlroy. Per lui sensazioni tutte particolari:
“E’ stato come l’avverarsi di un sogno giocare insieme a Phil Mickelson, uno dei miei idoli. Mi sono espresso splendidamente, ho indovinato quasi tutti i colpi e non mi sono lasciato sfuggire le opportunità che mi si sono presentate. Per me la situazione è assolutamente nuova: è il secondo taglio che supero in sei major e mi trovo a ridosso del leader. Dovrò controllare la tensione nervosa, ma soprattutto domani cercherò di divertirmi”.
Senza sbavature anche il cammino di Fowler con quattro birdie e un ottimo rendimento sui green e stesso 67 anche per Mickelson, autore di sei birdie, ma che ha attraversato un momentaccio sulle buche 11 e 12 dove ha perso due colpi.
Edoardo Molinari, superate quattro buche in par, è andato decisamente in altalena sulle successive cinque, ma è riuscito a guadagnare un colpo, con tre birdie e due bogey, che però ha perso alla 16ª.
Francesco Molinari, dopo un birdie nella prima metà del tracciato, ha sbandato nel finale con due bogey (16ª e 17ª), poi ha recuperato il par con un birdie a terminare per il terzo 71 di fila.

SECONDO GIRO: Rory McIlroy ha decisamente attaccato nel secondo giro e ha preso il comando con 133 colpi (-9). Ha mantenuto una buona classifica Edoardo Molinari, 17° con 139 (66 73, -3), pur se è dovuto retrocedere di tredici posizioni, ed è rimasto praticamente stabile Francesco Molinari, 53° con 142 (71 71, par). Out, invece, Matteo Manassero, 141° con 157 (80 77, +15), stessa sorte toccata anche a Tiger Woods, 117° con 148 (74 74, +6).

McIlroy non ha comunque allungato troppo la classifica dove sono al secondo posto con un colpo di distacco Jim Furyk e l’australiano Jason Day (134, -8), autore con un 65 (-6) del miglior score di giornata. Al quarto con 135 (-7) Rickie Fowler, Ryan Palmer e il finlandese Mikko Ilonen, al settimo con 136 (-6) Phil Mickelson, in risalita e apparso abbastanza tonico con un 67 (-4), e l’austriaco Bernd Wiesberger.
In nona posizione con 137 (-5) lo svedese Henrik Stenson, il sudafricano Louis Oosthuizen e l’inglese Lee Westwood, in vetta dopo un giro insieme a Ryan Palmer e a Kevin Chappell, che ora è alla pari con Edoardo Molinari e con il fijano Vijay Singh. In 26ª con 140 (-2) i sudafricani Ernie Els e Charl Schwartzel, in 38ª con 141 (-1) Brandt Snedeker, l’inglese Ian Poulter e lo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño, mentre affiancano Francesco Molinari gli inglesi Justin Rose e Luke Donald, l’iberico Sergio Garcia, Bubba Watson e Zach Johnson. Ha evitato il taglio con l’ultimo punteggio utile il nordirlandese Graeme McDowell, 69° con 143 (+1) e sono rimasti fuori il tedesco Martin Kaymer e l’irlandese Padraig Harrington, 75.i con 144 (+2), Keegan Bradley e l’inglese Paul Casey, 95.i con 146 (+4), e Webb Simpson, 110° con 147 (+5). Si è ritirato nel corso del primo giro, per problemi al collo, Jason Dufner, campione uscente.

McIlroy ha iniziato il suo giro dalla buca 10 con un bogey, ma ha preso subito il ritmo giusto, pur se sotto il disturbo della pioggia intermittente. Ha virato con un parziale di 33 (-3), grazie a due birdie e a un eagle, e ha concluso in 67 con due birdie e un altro bogey.

"Il mio giro - ha detto McIlroy - è stato apprezzabile, non mi sono lasciato sfuggire le buone occasioni che mi si sono presentate e ho anche saputo approfittare delle pause che il maltempo ci ha concesso. In questo momento sono a mio agio in ogni parte del campo, colpisco bene la palla, ho pieno controllo del mio gioco e delle mie emozioni. Si, ci sono molte differenze con il passato. Sono un giocatore migliore di quanto non lo fossi alla fine del 2012, più forte e attrezzato sia fisicamente che mentalmente per affrontare impegni di questo tipo e ravvicinati”.

PRIMO GIRO: Grande partenza di Edoardo Molinari che con un score di 66 (-5) colpi è al quarto posto nel PGA Championship, l’ultimo major stagionale in svolgimento sul percorso del Valhalla GC (par 71), a Louisville nel Kentucky. Il torinese è a un colpo dal trio di testa formato da Kevin Chappell, Ryan Palmer e dall’inglese Lee Westwood (65, -6) e ha la compagnia di Jim Furyk, del nordirlandese Rory McIlroy, dello svedese Henrik Stenson e dell’inglese Chris Wood. Al 54° posto Francesco Molinari con il 71 del par, quasi in fondo alla classifica Matteo Manassero, 147° con 80 (+9).

Non ha avuto indugi il nordirlandese Rory McIlroy, neo numero uno mondiale, vincitore dell’Open Championship e grande favorito, e hanno tenuto un buon passo l’inglese Ian Poulter, undicesimo con 68 (-3), Phil Mickelson e Rickie Fowler, 20.i con 69 (-2).
Non sono andate affatto bene le cose per Tiger Woods, che ha deciso di scendere in campo, ma avuto parecchi problemi di gioco che si sono tradotti in un 74 (+3) con il 109° posto. Raggruppati al 35° dopo un 70 (-1), con un ritardo importante, ma assolutamente recuperabile, alcuni dei big più attesi: Bubba Watson, Zach Johnson, Hunter Mahan, lo spagnolo Sergio Garcia, l’inglese Justin Rose, il tedesco Martin Kaymer e i sudafricani Ernie Els e Louis Oosthuizen. Sono insieme a Francesco Molinari l’australiano Adam Scott, il fijano Vijay Singh, Jordan Spieth e lo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño e navigano oltre metà classifica il sudafricano Charl Schwartzel e l’iberico Miguel Angel Jimenez. 79.i con 72 (+1), Brandt Snedeker, Webb Simpson, il nordirlandese Graeme McDowell e l’irlandese Padraig Harington, 93.i con 73 (+2), Keegan Bradley e l’inglese Paul Casey, 109.i come Woods. A un passo dal taglio l’argentino Angel Cabrera, 152° con 82 (+11), e costretto al ritiro per problemi al collo Jason Dufner, campione uscente.
A 41 anni Lee Westwood, 23 titoli nell’European Tour e due nel PGA Tour, ha forse una delle ultime occasioni per non rimanere “un campione che non sa vincere i major”. Ha effettuato un cammino un po’ accidentato con un bogey e un doppio bogey, ma nove birdie hanno rimediato a tutto. Chappell, 28enne californiano di Fresno senza successi nel circuito, ha infilato sei birdie e Palmer, 38enne texano di Amarillo con tre vittorie in carriera, di birdie ne ha messi a segno sette, ma con un bogey.
McIlroy ha siglato tre birdie sulle prime nove buche, poi ha attraversato un momentaccio tra la 10ª (doppio bogey) e la 11ª (bogey), ma avuto una reazione da grande campione qual è con quattro birdie in sequenza fino alla 15ª e con l’ottavo del turno a chiudere.
Tiger Woods ha segnato un birdie e quattro bogey e più di una volta si è trovato in difficoltà per palline erranti. Una è finita in acqua, un’altra tra i pubblico lontano dal fairway ed è apparso anche un po’impacciato nei movimenti. “Non è andata bene, ho effettuato brutti colpi e non ho imbucato un putt, proprio una brutta combinazione”. Ha mostrato, però, fiducia: “Se riesco a realizzare due score sotto par di fila posso tornare in corsa anche io”.
Edoardo Molinari ha fatto meglio di McIlroy nella parte iniziale con quattro birdie, poi di birdie ne sono arrivati altri tre, ma con due bogey. “E’ stato un giro molto buono. Il putter ha funzionato a dovere - ha detto - e ho eseguito tanti ottimi colpi con i ferri. Ho invece avuto qualche problema da tee, ma il tracciato, forse fin troppo generoso per un major, concede abbastanza e quindi non ho subito tanti danni. Il rough è spesso, ma non impossibile e un paio di birdie sono nati proprio da palline finite fuori pista. Dopo l’Open Championship non stavo giocando bene, così ho passato tanto tempo con Sean Foley e, in particolare, negli ultimi due giorni abbiamo lavorato parecchio non solo in campo pratica, ma anche sul percorso. Il 31 sulle prime nove buche mi ha dato sicuramente morale e, in particolare, il birdie di partenza ha avuto il suo peso, specie per il putt imbucato da quasi otto metri. Ho approfittato dei green che questa mattina erano morbidi per attuare una strategia abbastanza aggressiva”.
Francesco Molinari si è gravato subito di un doppio bogey, ma al giro di boa è passato con un “meno 1” grazie a tre birdie. Il colpo di vantaggio sul campo lo ha perso nel rientro con un birdie e due bogey. Manassero ha tenuto per undici buche, sia pure accusando due bogey, poi le cose sono precipitare nelle successive cinque con un bogey e tre doppi bogey. Montepremi alle stelle con 10.000.000 di dollari in palio, come nel Players Championship, la cifra più alta per gli eventi del PGA Tour.