Londra, 9 luglio 2012 - "Non mi sento il più grande di tutti i tempi". Il giorno dopo il settimo trionfo a Londra, il record dei 17 titoli tornei vinti nello Slam e il ritorno al primo posto nel Ranking Atp, Roger Federer fa il modesto.

"Non mi sento migliore rispetto a tutti gli altri - dice il 30enne svizzero alla Bbc -. I campioni del passato hanno aperto la strada per noi. Hanno indicato la via che noi abbiamo seguito, ci hanno ispirato e ci hanno spinto a inseguire nuovi record. E' impossibile, poi, paragonare epoche differenti".

Qualche sassolino, però, Federer se lo toglie lo stesso. Soprattutto con chi lo dava in fase calante e avviato sul viale del tramonto: "So quanto sono stato vicino al vertice nelle ultime stagioni, ma qualcuno evidentemente non se n'è accorto. Ho sempre avuto fiducia nelle mie qualità e questo mi ha permesso di tornare a vincere qui. Dovevo solo credere che la situazione prima o poi sarebbe cambiata. Adesso sto giocando a livelli altissimi, ai migliori livelli della mia carriera".

Federer torna sul trionfo su Andy Murray: "Mi ha regalato un senso di sollievo. E' andata via tutta la pressione che mi era arrivata addosso dopo la dura sconfitta un anno fa nei quarti (contro Tsonga, ndr). Sì, nelle ultime due stagioni ho vissuto qualche momento davvero difficile".

E sullo scozzese: "Credo davvero che Murray riuscirà a vincere negli Slam. E non solo un titolo. Lavora sodo, è un professionista esemplare: gli auguro il meglio, davvero. Finora, nelle finali le cose non sono andate come avrebbe voluto. Ma ha fatto di sicuro un altro passo verso un titolo dello Slam".