{{IMG_SX}}Roma, 5 marzo 2009 - "Il bullismo e la violenza dei ragazzi sono diventati un problema di sicurezza e di ordine pubblico. Non possiamo preoccuparci della violenza che viene dall’immigrazione e fare finta di non vedere la violenza che nasce nei nostri giovani italiani; sono due facce dello stesso problema e la risposta dello Stato deve essere unica, forte e severa". A dirlo è il Presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo al convegno di Palazzo Giustiniani 'Dal bullismo al crimine commesso: quando occorre tutelare i minori dai loro pari. Riflessioni e proposte sulla punibilità del minore'.

 

La seconda carica dello Stato ha ricordato che i nostri giovani "sono stati capaci di azioni inimmaginabili: dare fuoco ad un indiano che ancora, dopo un mese, lotta tra la vita e la morte, e farlo per gioco, è una azione che turba le nostre coscienze perchè quei ragazzi, fino a quando non avevano commesso quella terribile azione, erano considerati normali".

 

Il Presidente del Senato ha anche sottolineato che è proprio di questi giorni la notizia che "circa 35 mila alunni hanno avuto in pagella 5 in condotta. Educatori, insegnanti, psicologi, concordano nell’interpretare questo voto anche come conseguenza di episodi di bullismo. Alla base di questo fenomeno ci sono interpretazioni sbagliate e fuorvianti dei valori della ribellione e scarsa, se non nessuna, considerazione del valore dell’uomo, della inviolabilità della persona. È la non percezione del senso della umanità".

 

Nel corso del convegno, inoltre, sono stati diffusi alcuni dati sul bullismo in Italia: sono 40mila i minori denunciati ogni anno in Italia, tra questi il 22% è di nazionalità straniera, soprattutto romeni, albanesi e marocchini. Secondo la ricerca effettuata dall'associazione 'La caramella buona', il 65% dei reati compiuti dai minori sono contro il patrimonio, 14% quelli contro la persona mentre il 10% sono contro la fede pubblica. Le denunce dei minori provengono per la maggior parte (circa 45%) dal nordovest.

 

Renato Schifani ha suggerito che un rimedio adeguato potrebbe essere "l’abbassamento dell’età della punibilità che pure molti Paesi hanno introdotto". Ma se anche si decidesse in Italia, come è avvenuto in Francia, di abbassare la soglia di punibilità non va dimenticato che il minore quando commette azioni illegali non conosce in genere la legislazione e non smette di delinquere perchè ha paura di essere ad esempio interdetto dai luoghi in cui è commesso il reato. La soluzione, quindi, più adeguata è la prevenzione tornando al "linguaggio della cultura e dei valori attraverso azioni riabilitative ed educative".