Roma, 13 ottobre 2009 - Armati di mouse e pc, a caccia di sesso virtuale tra chat erotiche, blog, social network e altre ‘piazze' virtuali della Rete. "L’8% degli italiani è ‘drogato' di Internet, e fra questi spiccano i dipendenti dal cybersex, il sesso virtuale", spiega Valentina Cosmi, sessuologa e psicologa dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma, alla vigilia del seminario su ‘Cybersex: forme attuali di dipendenza sessuale'. Un appuntamento in programma domani nella Capitale (presso l’Istituto in via Savoia 78, alle 17), in occasione del Mese del benessere psicologico organizzato a Roma e provincia dalla Sipap (Società psicologi area professionale).

"Si tratta di un fenomeno che riguarda prevalentemente i maschi, eterosessuali, dai 33 ai 55 anni. Ma - aggiunge la Cosmi - stiamo ricevendo sempre più richieste di aiuto da parte dei giovani dai 18 ai 35 anni".


Dall’identikit dei ‘malati
di cybersex’ e del più generico popolo dei drogati di Internet, emerge anche che "nel 76% si tratta di uomini, sposati nel 60% dei casi e separati nel 13%, capaci di passare da 11 a 35 ore a settimana incollati al pc. Ci si connette spesso durante le ore lavorative - aggiunge la Cosmi - ma i file di interesse vengono scaricati di notte, a casa. Inoltre, per lui il 33% delle relazioni virtuali sfocia in incontri reali. Una percentuale molto inferiore a quella totalizzata dalle donne", precisa la sessuologa.
 

Questo vuol dire che lei sul web "cerca comunque un aggancio per una storia reale, mentre lui è più virtuale. Sfrutta la Rete per relazioni che non lo costringano ad affrontare la paura di un rifiuto", e tutti i rischi di una relazione ‘in carne e ossa'.


"Spesso - prosegue la psicologa - la dipendenza da cybersex si associa a depressione e difficoltà ad instaurare relazioni reali". E se l’età media dei ‘maniaci' di chat e altri spazi a luci rosse sul web sembra alta, "ci siamo resi conto nel corso dei nostri programmi che coinvolgono le scuole - dice - che già gli adolescenti passano molto tempo in Rete". Insomma, il mondo virtuale si scopre sempre prima. E rischia di trasformarsi in una calamita irresistibile.