Roma, 21 maggio 2011  - Benedetto XVI si e’ collegato con la Stazione spaziale internazionale in occasione dell’ultima missione dello Shuttle Endeavour. Il Papa ha rivolto un saluto e delle domande agli astronauti della Stazione spaziale, tra cui i due italiani Paolo Nespoli e Roberto Vittori.

Nel collegamento con la Stazione Spaziale, il Papa ha voluto anche fare le sue condoglianze all’astronauta italiano Paolo Nespoli che purtroppo ha perso sua mamma nei giorni scorsi, mentre era gia’ in volo. “Caro Paolo - gli ha detto Benedetto XVI - so che nei giorni scorsi la tua mamma ti ha lasciato. Tutti ti siamo stati vicini e preghiamo per te”.

Benedetto XVI si e’ detto “vicino” anche al comandante Kelly al quale ha fatto gli auguri per la salute della moglie, la deputata americana Gabrielle Giffords, che nel gennaio scorso e’ stata ferita alla testa nel corso di una sparatoria in Arizona. “Grazie per le sue gentili parole”, ha risposto Kelly.

La Sala Stampa della Santa Sede ha fornito con celerita’ il testo della conversazione tra Benedetto XVI e Nespoli. “La mia ultima domanda - ha detto il Papa - e’ per Paolo. Caro Paolo, so che nei giorni scorsi la tua mamma ti ha lasciato e quando fra pochi giorni tornerai a casa non la troverai piu’ ad aspettarti. Tutti ti siamo stati vicini, anche io ho pregato per lei. Come hai vissuto questo tempo di dolore? Nella vostra Stazione vi sentite lontani e isolati e soffrite un senso di separazione, o vi sentite uniti fra voi e inseriti in una comunita’ che vi accompagna con attenzione e affetto?”. “Santo Padre - ha risposto Nespoli - ho sentito le sue preghiere, le vostre preghiere arrivare fino qua su: e’ vero, siamo fuori da questo mondo, orbitiamo intorno alla Terra ed abbiamo un punto di vantaggio per guardare la Terra e per sentire tutto quello che ci sta attorno. I miei colleghi qui, a bordo della Stazione - Dimitri, Kelly, Ron, Alexander e Andrei - mi sono stati vicini in questo momento importante per me, molto intenso, cosi’ come i miei fratelli, le mie sorelle, le mie zie, i miei cugini, i miei parenti sono stati vicini a mia madre negli ultimi momenti. Sono grato di tutto questo. Mi sono sentito lontano ma anche molto vicino, e sicuramente il pensiero di sentire tutti voi vicino a me, uniti in questo momento, e’ stato di estremo sollievo. Ringrazio anche l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia spaziale americana che hanno messo a disposizione le risorse affinche’ io abbia potuto parlare con lei negli ultimi momenti”.

“Cari astronauti, sono molto felice di avere questa opportunita’. Sono onorato di poter parlare a tanti di voi. L’umanita’ sta attraversando un periodo di grande progresso scientifico, di applicazione tecnologiche, e voi siete i rappresentanti di questa tecnologia, di nuove possibilita’ nel futuro. Ammiro il vostro coraggio, il vostro impegno, per cui vi preparate tutta la vita. Auspico una conclusione positiva della vostra missione. Sicuramente da lassu’ avete una visione diversa della Terra. Avete portato insieme diverse nazioni e popoli grazie alla scienza per servire la causa della pace e per questo vi ringrazio”. Lo ha detto il Papa nel collegamento con la Stazione Spaziale.

“Avevamo paura ad affrontare questa cosa, ma il portavoce della Santa Sede padre federico Lombardi e padre Leonardo Sapienza della Prefettura della casa pontificia ce l’hanno resa addirittura piacevole”, ha rivelato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ingegner Enrico Saggese, commentando con i giornalisti le immagini del colloquio tra Benedetto XVI e gli astronauti al quale egli ha partecipato stando accanto al Pontefice che in effetti sembrava molto divertito, tanto che a un certo punto un astronauta si e’ lasciato tirare in alto dalla assenza della forza di gravita’ strappando una risata generale.

“Dalla Stazione spaziale vedete la nostra Terra da una prospettiva molto diversa - ha affermato testualmente Benedetto XVI nel collegamento con lo Shuttle - sorvolate continenti e popoli diversi molte volte al giorno. Credo che per voi sia evidente che viviamo tutti insieme su una sola Terra e che e’ assurdo combattersi e uccidersi fra di noi”.
 

Dialogando con gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, il Papa ha anche voluto toccare il tema della salvaguardia dell’ambiente per le future generazioni. “Uno dei temi su cui ritorno spesso nei miei discorsi - ha detto - e’ quello della responsabilita’ che tutti abbiamo per l’avvenire del nostro Pianeta. Ricordo che vi sono seri rischi per l’ambiente e per la sopravvivenza delle future generazioni. Gli scienziati ci invitano alla prudenza e dal punto di vista etico dobbiamo fare crescere le nostre coscienze”.

Quindi il Papa ha posto una domanda diretta agli astronauti: “dal vostro punto straordinario di osservazione come vedete la situazione sulla Terra? Vedete dei segni o dei fenomeni a cui dobbiamo essere piu’ attenti?”. Papa Ratzinger ha anche domandato all’equipaggio informazioni sull’esperienza che stanno compiendo e quindi sul contributo che la loro missione dara’ all’umanita’.

L’astronauta Vittori aveva con se’ oggi la medaglia d’argento ricevuta recentemente dal Papa con l’incisione di Michelangelo che raffigura la creazione dell’uomo e grazie all’assenza della forza di gravita’ l’ha fatta volare a bordo della Stazione Spaziale dopo aver risposto alla domanda di Benedetto XVI sul significato e il valore dell’esplorazione spaziale, come “un’avventura alla ricerca delle origini dell’umanita’”. “Sebbene il lavoro a bordo della Stazione Spaziale sia molto intenso, abbiamo comunque l’opportunita’ di guardare all’esterno e di vedere la Terra, un pianeta blu e bellissimo”. La sua bellezza, ha detto “fa bene al cuore e guardandola viene spontaneo pregare, pregare per noi, per le nostre famiglie e per il futuro”.