Roma, 5 luglio 2011 - Sono stati identificati dalla polizia il promotore ed alcuni esponenti di rilievo della cellula italiana di “anonymous”, il gruppo hacker che dallo scorso gennaio ha organizzato e condotto numerosissimi attacchi informatici ai danni di siti web istituzionali e di aziende di rilevante interesse nazionale.

 

Denunciate 15 persone, di cui 5 minorenni. Si tratta di giovani di età compresa tra i 15 e i 28 anni. Le indagini condotte dal Centro nazionale anticrimine informatico per la Protezione delle infrastrutture critiche hanno accertato che il gruppo italiano forniva anche appoggio per incursioni informatiche ad hacker stranieri. Tra i siti internet presi di mira dal gruppo di hacker in particolare quelli della Camera, del Senato, del Governo, dell’Agcom e di importanti aziende nazionali come l’Eni, l’Enel, la Finmeccanica, Mediaset e Rai.

 

Al vertice del gruppo, un ragazzo italiano di 26 anni residente nel Canton Ticino, in Svizzera, nella cui abitazione, grazie alla collaborazione della polizia locale sono stati sequestrati computer e altro materiale. Per comunicare tra loro e organizzare le varie azioni di attacco informatico, venivano utilizzati noti siti di chat oltre alle pagine di ‘Anonymous’ dei social network come Facebook e Twitter. Il metodo utilizzato era quello di servirsi di grossi server, in alcuni casi affittati anche all’estero, con potenti capacita’ di banda. Grazie ai server venivano richiesti alle pagine internet ‘sotto attacco’, servizi e comandi che mandavano in tilt il sistema.

 

Gli investigatori hanno accertato che gli hacker italiani in alcuni episodi avevano fornito supporto agli hacker spagnoli per alcuni attacchi informatici compiuti nei mesi scorsi. Viceversa i pirati informatici spagnoli hanno aiutato quelli italiani negli attacchi del gennaio scorso.

 

La polizia ha eseguito oltre 30 perquisizioni, disposte dal pubblico ministero Perla Lori della procura di Roma. Perquisizioni compiute in tutte le regioni italiane. I reati contestati sono di accesso abusivo in sistema informatico, danneggiamento a sistema informatico e interruzione di pubblico servizio.

 

"Al di là dell’aspetto penale della vicenda - ha detto Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale e delle telecomunicazioni - va sottolineato il danno patrimoniale arrecato da queste azioni, i cui costi graveranno sui ragazzi e sulle loro famiglie. Ci sono molti modi per esprimere un dissenso ma qui si producono reati e si producono anche seri danni economici”.