Roma, 6 luglio 2011 - Varato dall’Agcom lo schema di regolamento sul diritto d’autore. Il via libera a larghissima maggioranza. Due gli elementi chiave: ci sarà la consultazione pubblica e nessuna inibizione dell’accesso ai siti web, come invece da più parti era stato temuto alla vigilia della riunione. L’Agcom ha deciso inoltre misure per la promozione legale e a costi ridotti dei contenuti digitali, e sarà possibile il ricorso al giudice in ogni fase della procedura. Lo “schema di regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica” e’ stato approvato con 7 voti a favore, un astenuto e uno contrario uno.


Quanto ai siti esteri, prima ci sara’ il richiamo, poi la segnalazione alla magistratura. Verra’ attivato inoltre un Tavolo tecnico al quale saranno invitati a partecipare tutte le categorie interessate e le associazioni di consumatori e utenti. Soddisfazione e’ stata espressa dal presidente dell’Agcom, Corrado Calabro’, per il quale sono state “eliminate ambiguita’ e possibili criticita’”, e ora c’e’ spazio per un “confronto a tutto campo”

PROSSIMI PASSI -  La consultazione pubblica scattera’ dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e durera’ 60 giorni, con l’obiettivo di acquisire tutte le proposte e le osservazioni dei soggetti interessati e di consentire cosi’ un’occasione aggiuntiva di confronto puntuale sul testo. Lo schema di regolamento e’ stato infatti rielaborato a seguito della consultazione pubblica sui “lineamenti di provvedimento” che ha visto la partecipazione di 55 soggetti in rappresentanza, a vario titolo, delle diverse comunita’ e gruppi di interesse.

COSA PREVEDE - Lo schema di regolamento, che difficilmente tornerà all’esame del consiglio Agcom prima di ottobre, si divide in due parti. La prima - spiega l’Authority - è relativa alle “misure da sviluppare per favorire l’offerta legale e la promozione effettiva dell’accesso ai contenuti da parte degli utenti”. La seconda parte invece contiene una serie di misure a tutela del diritto d’autore ed è divisa due fasi: una relativa al procedimento davanti al gestore del sito, la seconda al procedimento davanti all’Autorità.
 

Nella prima fase, “se riconosce che i diritti del contenuto oggetto di segnalazione sono effettivamente riconducibili al segnalante, il gestore del sito può rimuoverlo lui stesso entro 4 giorni, accogliendo la richiesta rivoltagli (notice and take down)”. Nella seconda fase, se la procedura di ‘notice and take down’ non è soddisfacente per una delle parti, “questa potrà rivolgersi all’Autorità che, dopo un trasparente contraddittorio di 10 giorni, potrà impartire nei successivi 20 giorni (prorogabili di altri 15) un ordine di rimozione selettiva dei contenuti illegali o, rispettivamente, di loro ripristino, a seconda di quale delle richieste risulti fondata”.
La procedura con L’Authority “è alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria e si blocca in caso di ricorso al giudice di una delle parti”. Inoltre, come tutti i provvedimenti dell’Agcom, anche le decisioni in materia di diritto d’autore potranno essere impugnati al Tar del Lazio. La procedura - evidenzia l’Autorità - non riguarda (sulla base del principio del fair use) i siti senza finalità commerciale o scopo di lucro, l’esercizio del diritto di cronaca, commento, critica o discussione, l’uso didattico e scientifico, la riproduzione parziale, per quantità e qualità, del contenuto rispetto all’opera integrale “che non nuoccia alla valorizzazione commerciale di questa”.


In particolare, non si prevede “alcuna misura di inibizione dell’accesso a siti internet” e la procedura è presidiata da alcune garanzie: non si rivolge all’utente finale, nè interviene sulle applicazioni peer-to-peer; non limita la libertà di espressione e di informazione, ma assicura piena garanzia dei diritti di cronaca, commenti, e discussione o di diffusione a fini didattici e scientifici, “nonchè ogni uso non lesivo del normale sfruttamento dei contenuti; non lede alcuna garanzia di contraddittorio tra le parti coinvolte, prevedendo tempi adeguati nell’interesse di tutte le parti coinvolte”. Inoltre, diversamente dalla maggior parte dei paesi europei, “in caso di upload, l’uploader riceverà l’avviso di notifica e potrà avviare la procedura di contro-notifica”. Nel caso dei siti esteri, se al termine dell’attività istruttoria l’Agcom chiede la rimozione dei contenuti destinati al pubblico italiano in violazione delle norme sul diritto d’autore e il sito non esaudisce la richiesta, “il caso sarà segnalato alla magistratura”.
 

La prima parte dello schema di regolamento, sottolinea l’Agcom, è dedicata alle misure per favorire l’offerta legale e la promozione dell’accesso ai contenuti. Gli obiettivi da raggiungere sono la “promozione dell’offerta legale tramite l’individuazione di misure di sostegno allo sviluppo dei contenuti digitali e delle soluzioni idonee alla riduzione delle barriere normative; l’elaborazione di codici di condotta dei gestori dei siti e dei fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici”.

C’è poi la “promozione di accordi tra produttori e distributori per la riduzione delle finestre di distribuzione, e la messa a disposizione di contenuti con modalità d’acquisto semplificate e a costi contenuti; la promozione di accordi tra operatori per semplificare la filiera di distribuzione dei contenuti digitali relativi alle nuove modalità di sfruttamento favorendo l’accesso ai contenuti premium; l’individuazione di criteri e procedure per l’adozione di accordi collettivi di licenza; la realizzazione di campagne di educazione alla legalità nella fruizione dei contenuti; l’osservatorio per monitorare i miglioramenti della qualità e le riduzioni dei prezzi dell’offerta legale di contenuti digitali”. Questi obiettivi, conclude l’Agcom, “saranno perseguiti anche attraverso l’istituzione presso l’Autorità di un tavolo tecnico al quale saranno invitati a partecipare tutte le categorie interessate e le associazioni di consumatori e utenti”.

 

CALABRO' - Per Calabro’ e’ stato messo a punto “un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguita’ e possibili criticita’, fugando cosi’ qualsiasi dubbio sulla proporzionalita’ e sui limiti dei provvedimenti dell’Autorita’ e sul rapporto tra l’intervento amministrativo e i preminenti poteri dell’Autorita’ giudiziaria. E’ nostra intenzione stimolare - ha detto ancora Calabro’ al termine dei lavori - un dibattito approfondito e aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della societa’ civile, del mondo web e di quello produttivo, della cultura e del lavoro” e in questo spirito va letta la sua disponibilita’ a un’audizione nelle Commissioni parlamentari se ritenuto opportuno”.

 

 

LAURIA SI ASTIENE - "La versione del documento varato oggi dell’Autorita’ rappresenta un notevole miglioramento rispetto al testo iniziale, perche’ contiene garanzie per tutti gli interessi legittimi in campo e lascia al giudice l’adozione di eventuali misure di chiusura dei siti’’: il Commissario dell’Agcom Michele Lauria ha cosi’ motivato la sua astensione sulla proposta di regolamento in materia di diritto d’autore.
‘’Il testo deve comunque essere ancora migliorato, in particolare - aggiunge Lauria - riguardo alle misure di rimozione selettiva dei contenuti illegali, anche a seguito della consultazione pubblica e di un’eventuale audizione in Parlamento. Per tale ragione ho ritenuto opportuno astenermi in quanto ritengo che non si tratti di un provvedimento bavaglio. In ogni caso, sarebbe auspicabile che il Parlamento intervenisse sul quadro normativo di riferimento attraverso una revisione dell’attuale legge del diritto d’autore, ormai superata e poco adattabile al mutato contesto del mondo di Internet’’.

 

DELUSIONE PER VITA (PD) - “Come volevasi dimostrare il tutto era già stato deciso. Con il solo voto contrario di Nicola D`Angelo e l`astensione di Michele Lauria, l`Agcom ha approvato lo schema di regolamento sul diritto d`autore. Qualche modifica c’è stata, parrebbe. Per rimuovere i contenuti verrebbero fatti alcuni “warning”. Il periodo del contraddittorio passa a 15 giorni, anziché i 5 previsti. Poi, però, incombe la censura”. Lo afferma il sen. Vincenzo Vita, vicepresidente Pd della commissione Cultura.
“E rimane intatto l’abnorme problema delle competenze, profilandosi un vero e proprio conflitto di attribuzione - aggiunge - Chi di noi lavorò sulla legge 249 del 1997, istitutiva dell’Autorità, sa bene che sul tema dei diritti un organismo di “alta amministrazione” ha dei limiti intrinseci, se manca una legge primaria. Abbiamo chiesto - conclude Vita - di poter ascoltare in Parlamento Corrado Calabrò per spiegare alle Camere quali sono le intenzioni reali alla fine della consultazione. Comunque, oggi è un brutto giorno per la libertà della Rete. E a quest’ultima ora - e al Parlamento - che deve passare la parola”.