New York, 24 febbraio 2012 – La privacy va rispettata sopra ogni cosa, anche nel web. Internet deve rimanere un motore per l’innovazione e la crescita economica, ma non può violare i diritti delle persone. Il presidente americano Barack Obama è sceso in campo con prontezza in difesa dei consumatori con una ‘Carta dei Diritti’ per la tutela dei dati personali online. “I cittadini statunitensi non possono piu’ attendere, servono regole chiare che assicurino la protezione della privacy”, ha detto in un comunicato della Casa Bianca, “perche’ se le aziende vogliono avere successo, gli utenti devono sentirsi al sicuro”.

E questa volta Obama ha ottenuto anche l’approvazione dei giganti del web. Da anni le aziende si opponevano all’adozione della funzione ‘no track’, un pulsante speciale sul browser che permette a chi naviga in internet di mantenere l’anonimato. Ora hanno deciso di fare marcia indietro e Google, Yahoo, Microsoft e Aol – tra gli altri – hanno dato l’ok alle nuove linee guida delineate dall’amministrazione Usa, accettando di non usare i dati dei consumatori per annunci pubblicitari personalizzati e offerte di lavoro, mentre possono ancora servirsene per le ricerche di mercato e lo sviluppo dei prodotti.

“Con l’evoluzione di internet, la fiducia degli utenti è essenziale per la crescita dell’economia digitale”, ha spiegato Obama. Le linee guida indicate nella ‘Carta dei Diritti’ sarebbero inizialmente volontarie per le aziende, ma una volta che decidono di impegnarsi a rispettarle possono essere soggette a sanzioni se non vengono mantenute. Per il segretario al commercio John Bryson questa proposta non e’ volta soltanto alla protezione dei dati personali dei privati, ma anche per offrire alle societa’ migliori indicazioni su come soddisfare le aspettative degli utenti.

 E la rivoluzione travolge anche il mondo delle applicazioni con l’accordo raggiunto dal procuratore generale della California Kamala Harris e le sei maggiori compagnie di telefonia mobile: Apple, Google, Amazon, Microsoft, Research in Motion e Hewlett Packard le queali richiederanno politiche a tutela della privacy su tutte le loro ‘app’. Ma come al solito il diavolo rimarrà ancora una volta nei dettagli. Senza regole certe e punizioni sensibili, molti potrebbero solo promettere e tornare a comportarsi come prima.

 

di Giampaolo Pioli e Valeria Robecco