Milano, 20 marzo 2012 - Tra il 2009 ed il 2011 sono stati creati 7 nuovi account Facebook al secondo. Oggi il social network conta 800 milioni di utenti nel mondo. Oltre 21 milioni sono in Italia, il Paese che registra in percentuale più utilizzatori di social network del pianeta (l'86% dei navigatori). Lo dice il rapporto Nielsen ''State of the Media. Che assegna all'Italia un altro primato: quasi un terzo del tempo di navigazione degli utenti italiani avviene in area social, mentre negli Stati Uniti - la patria sdi Mark Zuckerberg - la percentuale scende a un quarto. Con questi numeri inevitabili attirare le attenzioni del cybercrime.

CIFRE PAZZESCHE - Il Rapporto Clusit 2012 prodotto da Clusit e Security Summit sulla situazione italiana della sicurezza Ict è drastico: il cybercrime trans-nazionale segna una crescita esponenziale (+250% nel 2011 rispetto al 2010), con un giro d'affari stimato di 7 miliardi di dollari, per realizzare il quale sono stati inflitti danni diretti ed indiretti stimati a livello globale oltre 350 miliardi di dollari, una somma maggiore del Pil della Danimarca.
 

MINACCE GLOBALI - Per la sua natura di luogo altamente frequentato dai navigatori, il social network è inevitabile oggetto di malware, spam e frodi di ogni genere, ma anche di pishing, furto o sostituzione d'identità, furto dei dati sensibili, diffamazione e stalking. Ci sono poi le minacce specifiche derivanti dall'uso dei social media in ambito non privato (business, pubblica amministrazione, enti no profit) i cui rischi comprendono soprattutto social engineering e spear phishing, perdita o furto di dati riservati e della proprietà intellettuale, ma anche danni all'immagine e alla reputazione.
 

TUTELA RITARDATA - Secondo il Rapporto, a causa della scarsa consapevolezza dei rischi connessi ai social network, le contromisure sono in ritardo rispetto all'adozione della tecnologia, generando un problema ingestibile sia per l'enorme numero di utenti e di transazioni, sia perché i metodi di autenticazione sono carenti e l'identità degli utenti non è accertabile, a fronte di tecniche di social engineering e messaggi ingannevoli contro le quali le difese tradizionali possono ben poco.
 

AZIENDE IN MOVIMENTO - Secondo la ricerca "Social Network ed Azienda" dell'Osservatorio Marketing Sda Bocconi, in Italia la penetrazione dei Social Network in ambito aziendale è circa del 40%, ed è destinata ad aumentare, così come i rischi connessi. La stessa ricerca evidenzia alcuni dati preoccupanti, per esempio solo il 22% ha già una strategia "social" (in chiave marketing), il 43% degli utilizzatori ammette di non monitorare i Social Networks ed il 34% li monitora manualmente, e nessuno sembra preoccuparsi delle implicazioni in termini di security, compliance e risk management.
 

OBIETTIVO FORMAZIONE - Come proteggersi? Servono informazione e formazione a livello aziendale, con l'individuazione di procedure standard e strumenti organizzativi, oltre naturalmente all'implememntazione di strumenti tecnologici efficaci di monitoraggio e di controllo, considerando che firewall, proxy ed antivirus non sono più sufficienti.