Roma, 7 luglio 2012 - E così lo hanno scovato il bosone di Higgs; scovato e non beccato, ovviamente, in quanto è la sua traccia che viene dichiarata con certezza, anzi con un rischio di errore di 1 su 1.000.000. Nella notte dell’11 giugno 2012 è apparsa l’evidenza della sua non contradditorietà alla teoria, espressa quasi mezzo secolo prima, del bosone di Dio; erano le due del mattino fra Ginevra e Francia, sottoterra.

Sono necessarie alcune precisazioni: il soprannome ‘particella di Dio’ è dovuta a Lederman che nel suo libro degli anni novanta la chiamò the god particule(inizialmente la chiamava the goddammed particule, la dannata particella che non si trovava mai). Questa bizzarra storpiatura ha dato seguito ad infiniti equivoci, non ultimo quello di considerare la particella la prima mutazione dell’energia in materia e come tale il segno della creazione.

La notizia è quindi oggettivamente clamorosa. Per mio vizio personale, con la spremuta d’arancia e il primo caffè, getto uno sguardo mattutino sulla mazzetta dei giornali. La pila inizia con gli stranieri: Le Monde titolava, come massima notizia della prima pagina, “Science: la matière dévoilée” (Scienza: la materia svelata) con imponente foto dell’acceleratore del Cern, quello per il quale sono stati spesi quattro miliardi di euro e dove da 11 anni tutti i secondi si scontrano circa 60 milioni di protoni lanciati ad alta velocità gli uni contro gli altri per far scattare il miracolo scientifico.

Herald Tribune andava altrettanto esaltando con foto “Discovery upends world of Physics” (La scoperta che chiude il mondo della fisica).  El Pais “Hallada la partìcula clave para la comprensiòn del universo” (Presa la particella chiave per la comprensione dell’universo). Frankfurter Allgemeine "Masse macht’s” (La massa ce la fa — i tedeschi mescolano sempre scienza e potere) con unico disegno a colori.

Sono poi passato ai giornali del Belpaese. L’ammiraglia della nostra stampa quotidiana dedicava il massimo del grassetto a “Tagli, la lista degli ospedali”, in carattere minore “Nomina Rai bloccate” e in terza graduatoria tipografica “La particella che può svelare i segreti dell’universo” con fotografietta di esplosione e foto di scienziato ottantatreenne Higgs con capa progetto Atlas, l’italiana Gianotti. L’incrociatore massimo della stampa radical-chic titolava in grande “Perché l’Italia deve farcela”, un’intervista al presidente Napolitano sul nostro futuro in relazione alle ipotesi di riforma costituzionale; il titolo riguardante la scoperta era radical-chic fino in fondo, garbato e piccolino “Festa al Cern, trovata la particella di Dio”. Gli Dei siamo noi, quelli del pressapochismo, e la scienza nostra è geniale, purché esca dai confini nazionali.