Salerno, 20 maggio 2013 - Distribuiva in modo pirata sul web le trasmissioni in alta definizione di Sky e vendeva anche un decoder taroccato collegabile direttamente alla tv. Tutto grazie all’uso di un server universitario ucraino. E’ stato chiuso dalla guardia di finanza di Agropoli, nel salernitano, al termine di una indagine coordinata dalla procura di Vallo della Lucania, un gruppo di siti che faceva riferimento a un servizio noto come Futubox. L’ordine di inibizione all’accesso è stato notificato agli internet provider. L’accesso era consentito previa sottoscrizione di un abbonamento, al prezzo di 8 euro al mese, sia da computer che attraverso cellulari e tablet. Il segnale veniva gestito e suddiviso attraverso server media per la gestione dei flussi live (live-streaming) e server media per la gestione dei flussi on-demand. Recentemente, Futubox aveva ulteriormente allargato l’offerta di servizi, proponendo la vendita, al prezzo di 135 euro, di un dispositivo hardware collegabile direttamente al televisore di casa, che avrebbe permesso la fruizione dei palinsesti in live-streaming o on-demand selezionabili direttamente attraverso un telecomando.

Le indagini, svolte in ambito telematico anche setacciando i social network, hanno fatto emergere l’articolata organizzazione degli amministratori del portale, di nazionalità ucrain, che, grazie alle elevate competenze tecniche, hanno registrato 16 nomi di dominio in forma anonima utilizzando il servizio denominato DomainByProxy offerto da una società statunitense ed hanno veicolato i flussi dati che consentivano la visione dei programmi in “streaming” in alta definizione attraverso server localizzati in Ucraina, Germania, Russia e Romania.

Le attività investigative svolte hanno permesso di accertare che i server utilizzati in Ucraina appartengono ad un ente universitario di ricerca del paese dell’Est europeo, che riserva agli studenti universitari l’opportunità di fruire a basso costo della propria piattaforma tecnologica per consentire lo sviluppo di imprese digitali.

Tuttavia, anche se nello statuto dell’ente pubblico ucraino viene espressamente proibito l’utilizzo delle tecnologie offerte per finalità illecite, tra cui la diffusione di servizi che violano la disciplina sul diritto d’autore, gli amministratori del portale hanno potuto sfruttare i server e la banda dati della sua rete come potente base per trasmettere in ambito internazionale i canali televisivi piratati.

Tra i principali mercati di sbocco, l’Italia rappresentava per numero di collegamenti il secondo Paese al mondo, con oltre il 24 per cento dei visitatori, che potevano accedere ad un bouquet di canali in continua evoluzione (anche seguendo i suggerimenti degli utenti), recentemente arricchito con la trasmissione delle gare di Formula 1 offerte in esclusiva ai clienti dell’emittente satellitare.

Complessivamente, al termine di questa fase d’indagine, le fiamme gialle di Agropoli (SA) hanno provveduto ad inibire l’accesso dall’Italia a 16 siti web attraverso i quali veniva direttamente offerto, ovvero promosso, il servizio pirata Futubox.

Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni in provincia di Bari e Taranto nei confronti di altri due pirati informatici italiani che spedivano in Ucraina le Smart Card necessarie per accedere ai servizi Sky e promuovevano sulla Rete la vendita degli abbonamenti al servizio pirata attraverso altri due siti web in lingua italiana, parimenti oggetto di sequestro penale.

Uno dei due indagati - giovane laureato in informatica - stava sviluppando in proprio un software, chiamato Telebox, con il quale - anche utilizzando le trasmissioni di Futubox - avrebbe rilanciato ed ulteriormente personalizzato il servizio pirata dall’Italia.

Le investigazioni - tuttora in corso in 6 Paesi - verranno ora focalizzate sull’identificazione degli utenti italiani del portale e sulla ricostruzione dei flussi finanziari derivanti dalla sottoscrizione degli abbonamenti da parte dei clienti nazionali, al fine di quantificare i profitti conseguiti nel territorio dello Stato dai pirati informatici coinvolti nell’illecito.