Torino, 11 novembre 2013 – L’avatar compare in alto a destra nel rettangolo trasparente di quelli che possono sembrare occhialini marziani. Non disturba il campo visivo. Con discrezione e competenza racconta la storia di Ramses II nella lingua dei segni. Mani che comunicano. Occhi che ascoltano. E per i non udenti, che vogliono essere chiamati sordi e basta, cadono le barriere e si apre un mondo. La guida virtuale da portare sul naso si chiama GoogleGlass4Lis ed è  in fase di sperimentazione al Museo Egizio di Torino, estrema tecnologia sotto gli occhi delle mummie. Di Google si sa tutto, Glass vuol dire occhiali.

Il trucco è una piattaforma che traduce automaticamente i contenuti in Lis (la lingua italiana dei segni) grazie all’androide che si sbraccia sulla superficie del prototipo. Quello presentato oggi è un progetto di italiani in America che ce l’hanno fatta: Google ha lanciato l’idea e Rokivo – una società americana fondata da un nucleo di professionisti di casa nostra  - è riuscita a svilupparla in sinergia con Vidiemme Consulting e l’Ente Nazionale Sordi.

Il lavoro di ricerca coordinato dal Politecnico di Torino ha dato vita ad Atlas (Automatic Translation into Sign Language) che rappresenta la  base di partenza per nuovi prodigi. Le applicazioni sono potenzialmente infinite, dai dispositivi individuali (smartphone, computer, televisione) a quelli collettivi come Liss4All, che consentirà di tradurre gli annunci vocali negli spazi pubblici.

di Viviana Ponchia