San Francisco, 17 marzo 2014 - L’ad di Twitter, Dick Costolo, atterrerà oggi a Shanghai per la sua prima missione ufficiale in Cina, paese dove il social network è bloccato dal 2009. Il manager statunitense trascorrerà tre giorni nella capitale finanziaria cinese, dove incontrerà le autorità del governo locale e si confronterà con i professori e gli studenti dell’università di Fudan. Non sono previste tappe a Pechino. Costolo non ha fornito dettagli sulle ragioni del viaggio. Un portavoce della compagnia si è limitato ad affermare che “Dick sta visitando la Cina perché desidera conoscere meglio la cultura cinese e il fiorente comparto tecnologico del paese”.

E’ però intuibile che Costolo intenda scoprire se tra le maglie della censura cinese si possano aprire brecce che consentano di fare affari su un mercato da 600 milioni di utenti. L’ad di Twitter inconterà infatti anche rappresentanti dell’Area Pilota di Libero Scambio di Shanghai, creata l’anno scorso per sperimentare misure di liberalizzazione del mercato, sebbene le autorità abbiano finora negato che nell’area verranno allentate le regole sull’accesso alla rete. Se Google ha abbandonato la Cina nel 2010, non accettando le norme locali su internet, c’e’ infatti anche chi, come il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, visita spesso l’ex celeste impero nella speranza di trovare una strada per estendervi le proprie attività.


Lo scorso giugno Costolo aveva dichiarato che “gli sarebbe piaciuto essere in grado di lanciare Twitter come tale in Cina” ma che non sarebbe stato disposto a “sacrificare i principi della piattaforma e la maniera nella quale crediamo che gli utenti dovrebbero essere in grado di comunicare”. Eppure la Cina contribuisce già al giro d’affari dell’azienda: la sua controllata MoPub, una piattaforma pubblicitaria per applicazioni per smartphone, ha diversi sviluppatori cinesi tra i suoi clienti e il colosso Lenovo è tra gli inserzionisti di Twitter. E in Cina esistono comunque utenti che riescono ad aggirare i filtri e accedere a Twitter tramite le reti Vpn: non solo artisti dissidenti come Ai Weiwei ma anche media statali come l’agenzia Xinhua e la televisione ufficiale Cctv gestiscono profili Twitter attivi.