Torino, 21 marzo 2014 - Si chiama IXV (Intermediate eXsperimental vehicle) il mini Shuttle di costruzione italiana dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che ha terminato la fase di sviluppo ed è pronto per il suo primo viaggio di prova nello Spazio. Salvo rinvii dell’ultim’ora, il lancio avverrà a ottobre del 2014 dalla base europea di Kourou, in Guyana francese e sarà tutto “made in Italy”. A portare in volo l’IXV, infatti, sarà il piccolo razzo europeo Vega costruito in Italia dalle industrie Avio di Colleferro, in Lazio.

Il prototipo del velivolo è stato ufficialmente presentato alla Stampa oggi nel centro Altec di Torino in un evento congiunto Esa e Thales Alenia Space, che lo ha costruito.

Il mini shuttle Esa è un dimostratore tecnologico di rientro, dotato di uno scudo termico per sostenere le elevate temperature dell’attrito con l’atmosfera nella fase di ritorno sulla Terra, oltre che di superfici aerodinamiche e comandi automatici che ne consentono la manovrabilità fino a quando, grazie all’apertura di un paracadute, ammara a velocità controllata nell’oceano, dove viene recuperato da una squadra di tecnici.

“In futuro - ha spiegato a TM News Giorgio Tumino, capo progetto Esa dell’IXV - una nuova classe di velivoli derivata dall’IXV, con le dovute midifiche potrà essere usata anche come mezzo di rientro sulla Terra per gli astronauti della Stazione spaziale internazionale, ora vincolati all’uso delle Sojuz russe, oppure per missioni, con o senza equipaggio umano, verso asteroidi o altri pianeti”.

L’investimento complessivo per lo sviluppo del progetto è di 150 milioni di euro e prevede l’impegno di un consorzio - a guida italiana - formato da 40 tra aziende, enti di ricerca e università di tutta Europa.

Il primo volo test di IXV sarà su una traiettoria suborbitale e durerà solo un’ora e 40 min. La separazione da Vega avverrà a 320 km d’altezza. Il veicolo poi continuerà a salire fino a una quota di 412 Km prima di iniziare il rientro a una velocità di 7,7 Km al secondo per poi tuffarsi nell’Oceano Pacifico dove verrà ripescato da un apposito team di recupero. Tutta la missione sarà monitorata dal centro di controllo dell’Altec di Torino, grazie a 2 stazioni radio in Africa.