Torino, 25 novembre 2010 - Dopo gli scontri di ieri a Roma, con gli studenti che hanno preso d'assalto il Senato, non si ferma la protesta per la riforma Gelmini della scuola e dell'Università. Scontri tra studenti e forze dell’ordine nel centro della Capitale. Gli studenti si erano mossi verso Montecitorio tentando di forzare un cordone delle forze dell’ordine e sono stati respinti con i manganelli. I manifestanti hanno lanciato pietre e anche un petardo.

Gli incidenti sono avvenuti in piazza dell’Oratorio. Secondo le prime informazioni, un funzionario delle forze dell’ordine sarebbe rimasto colpito da un oggetto. Il corteo è stato bloccato da un fitto cordone delle forze dell’ordine e da un blindato dei carabinieri che sbarra via di San Marcello.

BOLOGNA - Il corteo degli studenti che ha sfilato per le strade di Bologna ha tentato di irrompere all’interno della stazione ferroviaria, presidiata da cordoni di Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa. Quando manifestanti e forze dell’ordine sono arrivati a contatto, gli agenti hanno risposto manganellando gli studenti delle prime file (quasi tutti a volto scoperto e senza protezioni). Dopo alcuni minuti di fronteggiamento è partita una seconda piccola carica di alleggerimento.  

TORINO - Sfidando il freddo, che comincia a farsi sentire, i ricercatori dell’Università torinese hanno trascorso la seconda notte sul tetto di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche. La protesta era cominciata martedì pomeriggio in occasione dell’avvio della discussione in Parlamento del ddl Gelmini. Gli studenti hanno occupato anche il monumento simbolo della città: la Mole Antonelliana.

FIRENZE - Sarebbero 5 o 6, secondo i promotori della mobilitazione, i ragazzi rimasti contusi (FOTO/VIDEO) nello scontro tra forze dell'ordine e studenti davanti al padiglione D15 del Polo di scienze sociali dell'Università di Firenze, dove oltre 300 giovani dei collettivi di sinistra (dato fornito dalla questura) si sono riunuti per protestare contro la partecipazione del sottosegretario Daniela Santanchè al dibattito organizzato da 'Studenti per le libertà'.

MILANO - Sono circa 400 gli studenti degli istituti superiori che sono scesi in piazza a Milano per protestare contro i tagli del governo all’istruzione. Mattinata di manifestazioni per le strade del centro; blitz all'Agenzia delle Entrate e al Politecnico. Due feriti negli scontri, ma nessun fermato. Annunciate altre autogestioni e occupazioni scuole

PALERMO -  Cortei, blocchi stradali e nuove scuole accupate. Non accenna a rientrare a Palermo la protesta contro la riforma Gelmini e, dopo le iniziative di protesta di ieri, oggi altri cortei hanno invaso le strade paralizzando il traffico. Gli studenti hanno raggiunto le sedi dell’Ufficio scolastico provinciale in via Praga e della Provincia a Palazzo Jung in via Lincoln. Intanto sale a tredici il numero delle scuole occupate, con gli altri istituti della città in autogestione ed in assemblea permanente.

PISA - Alcune decine di studenti universitari si sono staccati da un corteo di circa 2.000 persone e di corsa sono entrati all'interno della Torre Pendente in piazza dei Miracoli. All'esterno centinaia di loro hanno formato un cordone umano per impedire l'accesso ai turisti.  Gli studenti hanno già raggiunto l'ultimo anello e si sono affacciati dalla balaustra. Nella piazza centinaia di turisti, molti dei quali stranieri, hanno seguito la protesta immortalando la manifestazione con macchine fotografiche e telefonini. La manifestazione segue quella di ieri in cui è stato persino bloccato l'aeroporto Galileo Galilei.

LA REPLICA DELLA GELMINI AL TG1

"Non comprendo perché una parte degli studenti sia schierata con i 'baroni'". Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, intervistata dal Tg1, risponde così alle manifestazioni. "Questo disegno di legge - spiega il ministro - è un provvedimento che combatte le baronie. Gli esempi di 'parentopoli' sono purtroppo tanti nall’interno dell’università" con casi di promozioni "non per merito ma per raccomandazioni e per concorsi poco chiari".

"Con questa riforma - ha aggiunto Gelmini - no" vogliamo introdurre una maggiore trasparenza, perché il Paese non può permetterselo, vogliamo evitare gli sprechi e spese inutili evitare ulteriori casi di parentopoli”. "Per fare questo occorrono regole severe, per questo non comprendo la protesta". Il ministro ha poi ricordato le risorse messe in campo: 1 mld di euro, di 100 mln per borse di studio e incentivi. Risorse in parte destinate alla progressione in carriera dei ricercatori e per premiare i migliori professori.