Milano, 8 marzo 2011 - La Procura della Repubblica di Bergamo non ci sta alle affermazioni di Daniela Santanché, sottosegretario all’Attuazione del Programma, che ieri aveva affermato al Giornale che "dopo la vicenda della piccola Yara i magistrati dovrebbero dimettersi" perché "se avessero impiegato per le ricerche le stesse risorse e tecnologie che hanno speso per indagare sulle ragazze dell’Olgettina forse Yara sarebbe ancora viva".

‘’L’assurdità e il livore che connotano tale dichiarazione - si legge in una nota - sono tali che la stessa non meriterebbe alcun commento da parte della Procura di Bergamo, tuttavia sento il dovere di intervenire per evidenziare come, contrariamente a quanto sostenuto dall’autorevole esponente del governo, con il coordinamento del sostituto delegato per le indagini, le forze dell’ordine, la protezione civile, le polizie locali e migliaia di volontari, con un’abnegazione veramente fuori dal comune, si sono prodigati per mesi nella ricerca di Yara Gambirasio e contemporaneamente nell’individuazione dei responsabili di eventuali reati, utilizzando tutti gli strumenti anche tecnologici conosciuti".

"Ovviamente - aggiunge - la Procura di Bergamo ignora, in quanto utilizzate da altro ufficio di procura, quali siano state le ‘risorse e le tecnologie’ spese per indagare ‘sulle ragazze dell’ Olgettina’ ma, qualora l’On.Santanché, che evidentemente ne è a conoscenza, vorrà comunicarcelo, anche se oramai con ritardo, le assicuriamo che siamo pronti a fare altrettanto. Credo che l’on. Santanché, di fronte a questo tragico evento, abbia perso una buona occasione per restare in silenzio, come ha fatto questo ufficio dal 26 novembre 2010".

La risposta del sottosegretario arriva in serata: "Rivendico la libertà di critica per un’indagine che si è dimostrata finora inadeguata. La magistratura non può pretendere di avere, oltre all’immunità per i propri errori, il diritto di non vedere il proprio lavoro essere messo in discussione". E ancora: "Mi sorprende che un alto rappresentante di questa casta voglia zittire un rappresentante del governo, quando i suoi colleghi intervengono quotidianamente e pubblicamente su questioni politiche e legislative che non dovrebbero riguardarli. Adesso - conclude l’esponente del Pdl - mi aspetto che oltre al mio silenzio chieda anche le mie dimissioni".

LE INDAGINI - È ripartito il giro degli interrogatori a tappeto da parte degli investigatori che indagano sul rapimento e l’assassinio di Yara Gambirasio. Sono decine le persone che erano già state sentite nelle settimane successive alla scomparsa della ragazza e che vengono convocate di nuovo dalla polizia e carabinieri. E di una quarantina di loro sarebbe già disponibile il Dna, prelevato duranti quegli incontri in modo coattivo, cioè a loro insaputa tramite biccheri, tazze di caffè o sigarette.

Non potranno avere valore legale ma potranno servire a indirizzare le indagini una volta arrivata la relazione del medico legale che ha condotto l’autopsia. Per la consegna dovrebbe essere ormai questione di poco tempo, anche se un primo incontro tra l’anatomopatologa Cristina Cattaneo e la pm Letizia Ruggeri, previsto per ieri, è stato rinviato.

Nel frattempo nessuno conferma o smentisce le indiscrezioni. Da quelle nei giorni scorsi sul fatto che Yara è stata uccisa per soffocamento o sull’identikit sull’assassino (un uomo alto 1,75 e sui 73-77 chili) fino alle ipotesi di oggi, secondo le quali, vista la scarsa forza delle coltellate (che, sebbene in grande numero, non sono state fatali) l’omicida potrebbe essere una donna. Ipotesi, questa, che non solo contrasta con i dati dell’identikit, ma fa cadere il movente principale, quello sessuale, e quindi darebbe un indirizzo completamente diverso alle indagini.

Sembrano allungarsi i tempi per il funerale. La scorsa settimana il sindaco, annunciando che il rito si svolgerà all’aperto e sarà celebrato dal vescovo di Bergamo, aveva detto di credere che si sarebbe svolto a metà di questa settimana. Ma gli accertamenti medico-legali proseguono e quindi il funerale potrebbe slittare alla prossima settimana. Intanto proseguono fiaccolate, incontri e preghiere per ricordare la ragazzina.