Roma, 29 settembre 2011 - Lavitola-Mentana: il giorno dopo. Il faccendiere ha scritto una lettera al giornalista di La7, spiegando alcuni punti su cui temeva non fosse stata fatta abbastanza chiarezza durante la trasmissione di ieri sera.

 

Intanto, volano gli ascolti su La7.  Lo speciale ‘Bersaglio mobile’ di Mentana ha ottenuto 1.911.655 con l’8,02% di share. In onda un'intervista a più voci che aveva come unico protagonista Valter Lavitola - ex direttore l’Avanti, imprenditore ittico e destinatario di un ordine di custodia da parte dei magistrati di Napoli - in collegamento da una località imprecisata del Sud America dove è latitante.

 

Ma ecco un sunto delle dichiarazioni del faccendiere latitante (VIDEOSTORY), che ha dichiarato ad esempio di voler rimanere tale "fino a che la giustizia non mi darà ragione".  Lavitola è latitante dopo il mandato di arresto ricevuto con l'accusa di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi.

 

"Sono sicuro che avrò ragione, dimostrerò che non sono 'l'uomo nero'. Ogni giorno da latitante è un giorno in meno che avrei fatto in carcere. L’altro giorno ho brindato alla libertà dei Tarantini”, ha aggiunto l'ex direttore de L'Avanti, assicurando di avere "un sacro terrore dei agistrati".

 

“Non ho estorto somme a persone che stimo - ha proseguito - nè ho rubato soldi a Tarantini, non ho truffato nessuno nè ho mai pensato di farlo. Ho cercato di aiutare, senza avere nulla in cambio, un povero cristo nei guai per causa sua con l’aiuto del premier”. Poi la conclusione di Lavitola: “E’ un diritto dell’imputato quello di non consegnarsi”.

 

"UNA TELEFONATA CON BERLUSCONI MI SCAGIONA" -  “C’è una telefonata con Silvio Berlusconi che mi può scagionare dall’accusa di aver preso parte dei 500mila euro” destinati a Gianpaolo Tarantini. “Ma di questa telefonata, fatta da una utenza argentina che avevo in uso, non c’è traccia. Mi chiedo come mai”.

 

Non è vero che ho detto a Tarantini di tenere il premier con le spalle al muro - ha aggiunto Lavitola -. E’ vero che i Tarantini, che non sono i mostri che sono stati disegnati anche se viziati e sperperoni, erano pressanti nei miei confronti".

 

"ANTICIPAVO I SOLDI PER BERLUSCONI" - I 500mila euro per Gianpaolo Tarantini sarebbero stati anticipati da Valter Lavitola per conto di Berlusconi. "Le foto che chiedevo a Marinella (la segretaria di Berlusconi. ndr) erano soldi. Erano parte di quel rimborso di 500mila euro che avevo anticipato".  Il faccendiere ha poi aggiunto: "non ho mai avuto alcun bonifico da Berlusconi su alcun conto estero".

 

"NON HO DATO NESSUNA SCHEDA TELEFONICA ESTERA AL PREMIER" - Il faccendiere nega di aver fornito alcuna scheda telefonica peruviana a Berlusconi: a lui "ho dato una scheda italiana comprata da un mio collaboratore peruviano. Ho dato la scheda per timore di essere intercettato non per i contenuti illegali della telefonata ma perch‚ parlavo di considerazioni riservate".

 

"MI SONO ISCRITTO ALLA MASSONERIA A 18 ANNI" - "Mi sono iscritto alla massoneria quando avevo 18 anni in una loggia di Roma perché mi sembrò, leggendo un libro, che fosse il miglior apprendimento per imparare a stare zitti", ha affermato Lavitola. E Berlusconi? "Non so sia iscritto", ha aggiunto.

 

Procura di Bari: "Ci asteniamo dall'inchiesta Escort" - Il procuratore di Bari, Antonio Laudati, ha formalizzato, con una lettera al procuratore generale Antonio Pizzi, l’astensione dall’inchiesta escort che il Tribunale del riesame di Napoli ha deciso di trasferire a Bari per competenza territoriale. Per evitare conflitti il procuratore Laudati, indagato a Lecce per abuso di ufficio, non si occuperà del fascicolo. Al suo posto lo farà uno degli aggiunti, probabilmente il sostituto Anna Maria Tosto. Una volta arrivato il fascicolo, i pm baresi dovranno decidere se iscrivere il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

 

Anche la Procura di Roma ha deciso di inviare gli atti dell’inchiesta sul caso escort alla magistratura barese. La decisione sarebbe legata alla necessità di definire la posizione di Valter Lavitola, il giornalista latitante nei confronti del quale pende un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dai pm napoletani e che rischia di decadere se non rinnovata entro 20 giorni a partire dal deposito delle motivazioni del Riesame di Napoli.

 

La Procura di Bari aspetta di leggere ufficialmente gli atti. Ma ha già deciso - in una serie di incontri avuti nei giorni scorsi - di dichiararsi competente. Ed eventualmente dovranno decidere anche se emettere una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Lavitola.

 

Intanto il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, in merito alla posizione di Laudati e alla competenza dell’inchiesta tra le diverse Procure che si sono interessate del caso, ritiene che “non vi sia alcuna connessione” tra l’indagine istruita a Napoli sui presunti soldi che Berlusconi ha elargito a Tarantini e l’inchiesta in corso nel capoluogo salentino sul procuratore di Bari. Il procuratore fa anche notare che “non spetta al pubblico ministero, in questa fase, stabilire la competenza ad indagare, perchè vi sono già provvedimenti di magistrati giudicanti, che sono gli unici titolati a pronunciarsi sulla competenza dei pubblici ministeri”.