Padova, 5 maggio 2012 - Una dinamica agghiacciante per l'incidente del pullman che sull'A13 è costato la vita a cinque persone. La racconta uno dei vigili del fuoco arrivati sul posto per i soccorsi.  "Una scena incredibile con persone che urlavano, una situazione tesa. Abbiamo tirato fuori dalle lamiere 23 persone di cui 5 gia' decedute. Alcune erano messe molto male". E' il racconto fatto a Tgcom24 da Mauro Bacelle, vigile del fuoco padovano intervenuto sul luogo dell'incidente.

"Per quanto riguarda i passeggeri non mi sembra di aver visto che avessero la cintura di sicurezza", aggiunge il vigile. "Il tratto di strada e' rettilineo e proprio dove il pullman e' caduto non c'era il guardrail. Ha infilato questo tratto ed e' finito giu' per la scarpata".

L'autista del pullman è ricoverato in ospedale ed è sotto choc: "Avrei voluto morire io", ha detto. L'autista ha parlato con il fratello, suo socio nell'azienda di trasporto:  ''Ho sentito il pullman sbandare improvvisamente a destra; pensavo si fosse bucata una ruota, e non sono piu' riuscito a governarlo. Poi non so cosa sia successo''. E' appunto quanto ha raccontato al fratello Fabio, Lorenzo Ottaviani, 33 anni, l'autista del pullman. Fabio Ottaviani ha riferito di essere stato chiamato al cellulare dal fratello: ''E' successa una tragedia, corri''  gli ha detto. Fabio era gia' in viaggio per il Veneto: a Lorenzo spettava di portare nella localita' turistica veneziana il pullman, mentre per il ritorno se ne sarebbe dovuto occupare lui.

''Da domani - ha detto Fabio, uscendo dal pronto soccorso dell'Ospedale di Padova dopo aver fatto visita al fratello - non faro' piu' questo mestiere. Mio fratello poteva morire e mio padre e' svenuto appena lo ha informato di cosa era accaduto''. 

Fra le storie di chi si trovava sul torpedone della morte, drammatica è quella della moglie di Roberto Arioli, presidente della sezione di Aprilia dell'Associazione nazionale carabinieri. La donna doveva salire sul pullman che l'avrebbe condotta al raduno di Jesolo ma poche ore prima della partenza non si e' sentita bene e ha deciso di rimanere a casa.  Così si è salvata mentre il marito è morto.

I COLLEGHI: "ARIOLI SEMPRE IN PRIMA LINEA" - "Ci teneva talmente tanto all’Anc che aveva lasciato tempo fa una lettera testamentaria in cui incaricava il vicepresidente di occuparsi dell’associazione se lui fosse venuto a mancare. Era la persona più generosa che io abbia mai conosciuto. L’attuale sede della sezione di Aprilia era opera sua. Qui Roberto trascorreva tutto il suo tempo libero. Lo trovavi la mattina per aprire la sede e la sera fino a tardi". Così Basilio Lax, uno dei volontari dell’Anc di Aprilia, decrive Roberto Arioli, 57 anni, presidente della sezione di Aprilia dell’Associazione nazionale carabinieri, ex carabiniere in congedo, morto questa mattina nell’incidente.  "Era sempre in prima linea, un trascinatore. L’ho sentito l’ultima volta ieri a mezzanotte, stava per partire, era contento, scherzava. So che il pullman aveva fatto tre pause durante il viaggio".

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