Genova, 8 maggio 2013 - Disastro al porto di Genova: la procura di Genova ha sequestrato il Vdr (Voyager data recorder) della Jolly Nero, l’equivalente della scatola nera, e la farà analizzare per stabilire cosa sia accaduto esattamente nei minuti che hanno preceduto il disastro. Al momento l’ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo. Il procuratore, Michele Di Lecce, ha dichiarato che “potrebbero esserci due o tre indagati”. Intanto sarebbe indagato, scrive l'Ansa, per omicidio colposo il comandante della nave Jolly Nero. Secondo quanto si apprende, il comandante, interrogato in qualità di indagato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anche il pilota del porto di Genova - secondo quanto dichiarato dal procuratore - che si trovava a bordo della Jolly Nero per la manovra è indagato. Lo ha .

Secondo una prima ipotesi, il motore della nave avrebbe avuto una avaria. La mancanza di propulsione avrebbe determinato l’impossibilità di gestire il natante da parte dei due rimorchiatori agganciati alla nave. Per questo uno dei cavi di un rimorchiatore si sarebbe strappato. "Ma noi attualmente - ha detto Di Lecce - non siamo in grado di ricostruire esattamente la dinamica dell’evento”. Attualmente solo la nave è sotto sequestro. Il pm Walter Cotugno sta sentendo i membri dell’equipaggio della nave, una ventina di persone.

APERTE DUE INCHIESTE - “E’ un bilancio pesante, siamo particolarmente scossi e siamo molto vicini alle famiglie a cui esprimiamo il nostro cordoglio. Sono state avviate fina da subito due inchieste, una amministrativa e una penale. La nave è stata posta sotto sequestro”. Lo ha dichiarato ai giornalisti il portavoce della Capitaneria di Porto, comandante Filippo Marini, commentando il terribile incidente di ieri sera nel porto di Genova.

“Noi -ha aggiunto Marini- stiamo valutando dal punto di vista del codice della navigazione quali sono le cause che hanno determinato questo incidente, posto che le operazioni in questo porto come in tutti i porti d’Italia avvengono in sicurezza, con delle regole ben precise. Viene imbarcato il pilota che coadiuva il comandante della nave nelle manovre e poi vengono utilizzati i rimorchiatori. Va capito - ha concluso il portavoce della Capitaneria di Porto - che cosa ha causato questo drammatico incidente”.

LE OPERAZIONI DI RECUPERO - Il procuratore capo Di Lecce ha aggiornato anche sulle operazioni dei sommozzatori: “Le operazioni di recupero dei dispersi  (numero imprecisato) sono molto difficili. La torre era alta circa 60 metri ed era in cemento armato e ferro. Il problema è costituito dalla parte in acqua perché la visibilità è quasi nulla e questo rende molto complesso il lavoro dei sommozzatori”.

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