Pescara, 19 dicembre 2013 - Si trovava nel carcere di Pescara per scontare una pena definitiva per evasione e sabato mattina era uscito beneficiando di un permesso orario di 8 ore, ma la sera non è rientrato. L'uomo, Pietro Esposito, 47 anni, pentito di camorra, avrebbe finito di scontare la pena a giugno del 2014.  Il caso segue quello di  Bartolomeo Gagliano, il killer che non è rientrato nel carcere di Genova dopo un permesso premio.

Esposito è ricercato da domenica, quando dal carcere di Pescara è partito l'allarme. L’uomo è stato condannato per l’omicidio di Gelsomina Verde, 22enne, avvenuto nel 2004 nell’ambito della faida di Scampia.

IL PRECEDENTE - Gelsomina Verde fu torturata, uccisa e bruciata nel 2004, a 22 anni, durante la faida di Scampia. Pietro Esposito attirò in trappola la ragazza e la condusse da Ugo De Lucia, killer del clan Di Lauro, che la seviziò per indurla a rivelare il nascondiglio di Enzo Notturno, esponente del gruppo rivale degli 'scissionisti'. Gelsomina tuttavia non era in grado di fornire notizie; fu uccisa a colpi di pistola e poi bruciata nella sua utilitaria. Il delitto suscitò sdegno per la brutalità di De Lucia, che nel processo, conclusosi il 4 aprile del 2006, fu condannato all'ergastolo. A Pietro Esposito, che nel frattempo era diventato collaboratore di giustizia, fu invece inflitta la pena di sette anni e quattro mesi, in primo grado poi ridotta a sei anni.

IN CARCERE DAL 2912 - Dal 18 aprile 2012 Esposito si trovava in carcere a Pescara dove era entrato per evasione dai domiciliari che gli erano stati concessi pochi giorni prima. Nel settembre 2011, infatti, era stato arrestato per rapina in flagranza nella vicina Spoltore (Pescara). Con una serie di premi e sconti avrebbe finito di scontare la pena il 25 giugno 2014.