Città del Vaticano, 7 marzo 2014 - Papa Francesco visiterà la Terra Santa dal 24 al 26 maggio. Lo ha confermato il vice direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, in merito a notizie della stampa israeliana che riferiscono dello sciopero dei diplomatici nello Stato Ebraico. “In questi giorni - ha aggiunto Benedettini - è previsto il viaggio preparatorio del responsabile organizzativo dei viaggi papali, dottor Alberto Gasbarri”.

UNO SCIOPERO METTEVA A RISCHIO IL VIAGGIO-  Sarebbe stato uno sciopero di diplomatici israeliani la causa “delle complicazioni nella preparazione” del viaggio di papa Francesco in Terra Santa, in programma dal 24 al 26 maggio: lo ha reso noto il portavoce della Santa sede Padre Federico Lombardi.

Smentite le voci della stampa israeliana che davano già la trasferta mediorientale annullata.

PAPA FRANCESCO: NO A DIGIUNO IPOCRITA, MEGLIO CAREZZE A BISOGNOSI - Il cristianesimo non è una regola senz`anima, un prontuario di osservanze formali per gente che indossa la faccia buona dell`ipocrisia per nascondere un cuore vuoto di carità. Il cristianesimo è la “carne” stessa di Cristo che si china senza vergognarsi su chi soffre. Per spiegare questa contrapposizione, Papa Francesco, nella omelia mattutina a casa Santa Marta, sullo sfondo della Quaresima, ha ripreso il dialogo del Vangelo odierno tra Gesù e i dottori della legge, i quali criticano i discepoli per il fatto di non rispettare il digiuno, a differenza loro e dei farisei che invece di digiuni ne praticano molti. Il fatto, ha detto Bergoglio a quanto riportato dalla Radio vaticana, è che i dottori della legge avevano trasformato l`osservanza dei Comandamenti in una “formalità”, trasformando la “vita religiosa” in “un`etica” e dimenticandone la radice, cioè “una storia di salvezza, di elezione, di alleanza”.

“Sciogliere le catene inique”, “rimandare liberi gli oppressi”, ma anche “dividere il pane con l`affamato, introdurre in casa i miseri senza tetto”, “vestire uno che vedi nudo”: “Quello è il digiuno che vuole il Signore! Digiuno che si preoccupa della vita del fratello, che non si vergogna - lo dice Isaia stesso - della carne del fratello. La nostra perfezione, la nostra santità va avanti con il nostro popolo, nel quale noi siamo eletti e inseriti. Il nostro atto di santità più grande è proprio nella carne del fratello e nella carne di Gesù Cristo. L`atto di santità di oggi, nostro, qui, nell`altare, non è un digiuno ipocrita: è non vergognarci della carne di Cristo che viene oggi qui! E` il mistero del Corpo e del Sangue di Cristo. E` andare a dividere il pane con l`affamato, a curare gli ammalati, gli anziani, quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello è non vergognarsi della carne!”.

Questo significa che il “digiuno più difficile”, ha detto Papa Francesco, è “il digiuno della bontà”. E’ il digiuno di cui è capace il Buon Samaritano, che si china sull`uomo ferito, e non è quello del sacerdote, che guarda lo stesso sventurato ma tira diritto, forse per timore di contaminarsi. E dunque, conclude, “questa è la proposta della Chiesa oggi: io mi vergogno della carne di mio fratello, di mia sorella?”: “Quando io do l`elemosina, lascio cadere la moneta senza toccare la mano? E se per caso la tocco, faccio così, subito? Quando io do un`elemosina, guardo negli occhi di mio fratello, di mia sorella? Quando io so che una persona è ammalata, vado a trovarla? La saluto con tenerezza? C`è un segno che forse ci aiuterà, è una domanda: so carezzare gli ammalati, gli anziani, i bambini o ho perso il senso della carezza? Questi ipocriti non sapevano carezzare! Se ne erano dimenticati… Non vergognarsi della carne di nostro fratello: è la nostra carne! Come noi facciamo con questo fratello, con questa sorella, saremo giudicati”.