Piacenza, 25 maggio 2014 - Dall’Italia alle aree calde del mondo per raccontare gli scenari di crisi come la guerra civile in Ucraina, dove è stato ucciso. Andrea Rocchelli, per tutti Andy, 30 anni, era originario di Pavia. Dopo un master presso il Politecnico di Milano, facoltà di Visual Design, ha lavorato per la Grazia Neri Photo Agency e nel 2007 come assistente nello studio di Alex Majoli, collaborando con post-produzione e montaggio di mostre.

Nel 2008 sulle colline della Valtidone, nell’Appennino piacentino, ha fondato Cesura Lab, un collettivo con altri quattro fotografi free lance. Dallo stesso anno ha incominciato a raccogliere una documentazione a 360 sull’Italia, documentando il fenomeno del 'velinismo' nella TV commerciale italiana, i seminari e la vocazione dei giovani preti, oltre a fatti di cronaca in Calabria.

Dal 2009, poi, Andy ha avviato una documentazione fotografica sistematica degli abusi sui civili negli stati del Caucaso, in Inguscezia, Cecenia e Daghestan. Nel 2010 collaborando con Human Right Watch (Hrw), ha documentato la crisi etnica nel Kirghizistan del sud. Dal 2011 ha quindi coperto gli avvenimenti legati alla Primavera Araba in Tunisia e Libia.

Al lavoro tra Mosca e Milano, Rocchelli ha collaborato con riviste e giornali nazionali e internazionali come Newsweek, Le Monde, The Wall Street Journal, ForeignPolicy, Novaya Gazeta, Panorama, Espresso, Sportweek, il Zurich Zeitung, Kommersant. Lavorava con ong ed associazioni del calibro di Hrw, Cooperazione Italiana, Soleterre, WomenAgainstViolence Italy.

Il suo ultimo reportage è stato pubblicato il 19 maggio dalla Novaya Gazeta, il giornale d'opposizione dove lavorava anche Anna Politkvoskaya, la giornalista assassinata nel 2006 a Mosca. Rocchelli raccontava il dramma delle famiglie di Sloviansk costrette a vivere in un rifugio anti-bombe per via degli scontri in corso nella zona tra l'esercito di Kiev e le milizie separatiste.