Milano, 17 giugno 2014 - Ha passato la prima notte nel carcere di Bergamo Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio incastrato dal Dna. L'annuncio del fermo è stato dato ieri dal ministro dell'Interno Alfano, ma proprio sull'annuncio si è innescato un botta e risposta con il procuratore di Bergamo Francesco Dettori. Bossetti è accusato di omicidio con l’aggravante delle sevizie e della crudeltà. Nel provvedimento di fermo per Massimo Giuseppe Bossetti si scrive che il suo dna mostra una "sostanziale assoluta compatibilità"’ con quello ritrovato sui leggings di Yara Gambirasio. Il pm ricostruisce anche come morì Yara Gambirasio, che ricevette "tre colpi al capo e plurime coltellate in diverse regioni del corpo e abbandonata agonizzante in un campo isolato".

VIDEO ESCLUSIVO Il fermo di Bossetti

LO SCONTRO - "Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo. Questo anche a tutela dell'indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza".  La risposta di Alfano non è però tardata ad arrivare. "Credo che il procuratore di Bergamo non ce l'avesse con me anche perchè non ho divulgato dettagli, si dovrebbe chiedere invece chi ha inondato i mass media di una quantità infinita di dettagli e informazioni. Certamente non è stato il governo". "L’opinione pubblica - ha aggiunto il ministro Alfano - aveva il diritto di sapere ed ha saputo anche per essere assicurata". Anche Grillo sul suo blog commenta in maniera negativa la diffusione della notizia da parte del ministro degli Interni. "Alfano l'ha fatta grossa. Siamo letteralmente senza parole. E’ gravissimo quello che è successo". Maroni invece si astiene da ogni tipo di commento: "Se l’avrei fatto anch’io? Ci ho pensato quando ho visto la dichiarazione del procuratore di Bergamo, che voleva mantenere il riserbo sulla vicenda, a tutela della persona arrestata. Preferisco non commentare".

IL PG: "CASO PRATICAMENTE CHIUSO" - "Ci troviamo davanti ad una situazione che ci fa dire che il caso è praticamente chiuso", ha detto il procuratore generale di Brescia, che ha competenza anche su Bergamo, Pier Luigi Maria Dell’Osso, nel corso di una conferenza per fare il punto. "Non sappiamo se conoscesse direttamente la ragazzina" ha detto Dell’Osso che ha poi aggiunto "al momento non ci risulta che Bossetti sapesse di essere il figlio di Guerinoni". Inoltre, a proposito della polemica tra la Procura di Bergamo e il Ministro Alfano, il procuratore Dell’Osso ha affermato "dopo un lavoro lungo più di tre anni era difficile tenere sotto traccia una notizia così importante".

COMPLICI? - Per il questore di Bergamo Fortunato Finolli, il caso di Yara "non può considerarsi chiuso fino a quando non interverrà una sentenza". Il questore ha spiegato che vi sono "numerosi altri accertamenti da svolgere" sulla posizione di Massimo Giuseppe Bossetti per capire se abbia agito da solo o se qualcuno sapesse qualcosa e non l’avesse rivelato per complicità. La madre poteva sapere? Gli è stato chiesto: "Per i congiunti il favoreggiamento non esiste", ha tagliato corto il questore.

LA MAMMA DI BOSSETTI - "Poteva succedere a un nostro conoscente, invece è successo a noi. Se è stato lui, deve pagare",  Ester Arzuffi, la mamma di Massimo Giuseppe Bossetti,  ha commentato così la notizia rivolgendosi ad una vicina, secondo quanto si è ascoltato al citofono di casa che era aperto, nella palazzina di Terno d’Isola, paesino della bergamasca dove vive col marito.

LA RICOSTRUZIONE DELLE INDAGINI - La svolta nelle indagini è arrivata qualche giorno fa: venerdì scorso gli investigatori hanno avuto la conferma che una delle donne prese in esame era madre del cosiddetto ignoto 1. Lo ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Antonio Bandiera, fornendo una breve ricostruzione delle indagini. Domenica scorsa, Giuseppe Massimo Bossetti è stato controllato con uno stratagemma: è stato sottoposto ad etilometro. Ieri la definitiva conferma che il suo Dna era lo stesso di quello trovato sui leggings della ragazza uccisa. Da qui il fermo. Il comandante dei carabinieri bergamaschi si è detto "orgoglioso del lavoro svolto in perfetta sinergia dalle forze dell’ordine con il coordinamento della Procura di Bergamo". Quarantaquattro anni e una sorella gemella, Bossetti è stato individuato grazie all’esame del Dna (è il figlio naturale di Giuseppe Guerinoni, il camionista morto nel 1999 il cui Dna era risultato sovrapponibile con quello ritrovato sul corpo di Yara). Il suo cellulare, inoltre, sarebbe risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato ritrovato il cadavere dell’adolescente nell’ora in cui sarebbe avvenuto l’omicidio. Secondo alcune ricostruzioni, non confermate, Bossetti sarebbe il nipote della donna di servizio dei Gambirasio.