Olivia Posani

ROMA, 2 dicembre 2013 - LA VICENDA Imu appare sempre più una trappola da cui nessuno sa esattamente come uscire. Le vie di fuga sono al momento tre, tutte dificilmente praticabili. La prima è quella di reperire 150-200 milioni con la legge di Stabilità, ora all’esame della Camera. La cifra eviterebbe a chi abita in uno dei quasi tremila Comuni che nel 2012 o nel 2013 hanno aumentato l’aliquota base dell’imposta, pari al 4 per mille, di pagare il 40% della differenza tra questo 4 per mille e l’aliquota deliberata dal municipio in cui abita. A questa soluzione sta lavorando il ministro Graziano Delrio.
La seconda strada in qualche modo è stata disegnata dallo stesso decreto che ha abolito la rata di dicembre. In sostanza, entro il 16 gennaio, chi deve pagare la sua mini-Imu fa il versamento e poi spera di essere rimborsato successivamente, quando si capirà se e quanti Comuni hanno ricevuto dallo Stato trasferimenti maggiori del necessario. La terza ipotesi è indicata da Angelo Rughetti (Pd), ex segretario generale dell’Anci: «Il governo emani in settimana un decreto che faccia decadere il precedente correggendo l’errore fatto».

MINI-IMU, ECCO LA MAPPA DELLE ALIQUOTE COMUNE PER COMUNE

IL LAVORO di Delrio è supportato dai ministri del Nuovo centrodestra. «Troveremo i 150 milioni», assicura Quagliariello. «Sulla casa abbiamo fatto molta confusione», riconosce Lupi. «Il governo dica in Parlamento una parola chiara e conclusiva sul caso Imu», sollecita Cuperlo, candidato alla segreteria Pd.

IL PROBLEMA, come sempre, è dove trovare le risorse. Resta l’ipotesi del rimborso, che dilaziona i tempi. Il decreto che abolisce la rata di dicembre dell’Imu, pubblicato in Gazzetta sabato scorso, prevede che lo Stato, trasferisca entro il 20 dicembre 1,7 miliardi ai comuni per compensarli del mancato introito della seconda rata Imu calcolata con l’aliquota del 4 per mille e con le varie detrazioni. Il 28 febbraio, dopo un confronto con l’Anci, erogherà ai sindaci un conguaglio di 348,5 milioni (il 60% della differenza tra le aliquote di cui si fa carico lo Stato). Nel caso in cui ad un comune dovessero essere assegnate risorse superiori, «l’amministrazione dovrà utilizzare l’eccedenza per alleggerire il carico fiscale sugli stessi immobili per l’anno 2014». Così, però, il rimborso è solo teorico.

DIVENTEREBBE automatico con l’ipotesi Rughetti. «C’è il precedente del 2008 quando venne abolita l’Ici sulla prima casa — spiega il parlamentare renziano — i Comuni misero ugualmente a bilancio la cifra presunta che avrebbero incassato. La cifra venne poi restituita dal governo spalmandola su più anni. Il governo che ha già stanziato 2,16 miliardi, può restituire la differenza tra il 2014 e il 2015». Il ministro Saccomanni però è chiaro: «L’intervento sull’Imu è congiunturale, serve a favorire la ripresa. Ma un tributo sugli immobili resta necessario per finanziare i Comuni».