Roma, 29 gennaio 2014 - L’Aula della Camera ha votato il dl Imu-Bankitalia dopo l’applicazione della “ghigliottina” da parte della Boldrini. I sì sono stati 236, i no 209. Ore di caos e ostruzionismo da parte del Movimento Cinque Stelle, poi l'approvazione a tempo di record. Ed è scoppiata la bagarre in Aula (SCHIAFFI ALLA GRILLINA LUPO - VIDEO). A votazione aperta i deputati M5S si sono gettati sul banco del governo occupandoli e hanno cominciato a fischiare con fischietti. Alcuni erano imbavagliati. E’ scoppiata quasi una rissa. I deputati Fdi hanno buttato monete di cioccolata. E' la prima volta nella storia repubblicana che una camera fa ricorso alla ghigliottina: lo strumento parlamentare che serve a mettere ai voti un decreto quando questo sta per scadere.

Dopo l'accordo di ieri siglato con i Comuni (che incasseranno subito 500 milioni), sull'Imu è scattata la corsa contro il tempo alla Camera, impegnata a esaminare il decreto legge Imu-Bankitalia. Ora il dl è legge. Se non fosse stato convertitoentro stanotte, in centinaia di migliaia serebbero stati costretti a versare la seconda rata dell’Imu.

CRONACA DELLA GIORNATA - Il Movimento 5 Stelle non apprezza il provvedimento, per via non delle norme sull’Imu, ma quelle sulla Banca d’Italia. E allora fa ostruzionismo. Stamane due ore ci sono volute solo per esaurire il dibattito sulla sola lettura del verbale di ieri.

Quasi tutti gli interventi sono stati dei deputati grillini. Tra di essi quello di Roberto Fico, che ha proposto, per superare l’impasse, lo scorporo della norma sul pagamento dell’Imu per poter approvare questa parte del decreto e bocciando il resto. “Un governo che non fa questo - ha chiosato - é irresponsabile”.
Altra possibilità il taglio dei tempi del dibattito. A riguardo anche la Lega critica il Presidente della Camera. “A causa di Berlusconi e Renzi e della calendarizzazione in aula della legge elettorale, lei, dopo aver rifiutato la seduta fiume, sarà costretta a essere il primo presidente della Camera che mette la ghigliottina” accusa Massimiliano Fedriga.

E Boldrini, accusata anche dai grillini di non rispettare le regole del gioco: “Se lo facessi davvero, non saremmo qua a discutere”. Ad ogni modo, il tempo stringe e le opzioni a disposizione si diradano. Con lo scoccare della mezzanotte il decreto sparirà in una nuvola di scintille. E poi? Poi, prevede sornione Gianfranco Librandi, di Scelta Civica, “Se gli italiani domani si sveglieranno e scopriranno di dover pagare la seconda rata dell’Imu, sanno a chi devono citofonare: Beppe Grillo”.

Il cerino, insomma, sembra essere nelle mani del Movimento. A Roma scende Roberto Casaleggio, ufficialmente per una serie di incontri su temi specifici. In ogni caso, in tarda mattinata si riunisce l’assemblea dei deputati grillini, che si conclude con un’idea. Questa: estrapolare dal decreto legge la parte che riguarda l’Imu per portarla in sede legislativa nella commissione competente e approvare così, nel giro di pochi giorni, una norma che, di fatto, consenta di non pagare la seconda rata imu sulla prima casa. Sulla Banca d’Italia le ostilità restano aperte. Anzi, se non si dividerà una questione dall’altra proseguirà l’ostruzionismo. “Boia chi molla, presidente Boldrini. Boia chi molla e noi non molleremo fino alla fine”, promette battagliero il deputato Angelo Tofalo. Un grido caro all’estrema destra catanzarese del 1970. Indignazione nel centrosinistra.

la bagarre - A causa dell’iscrizione in massa dei deputati M5s, ma anche Lega e Sel, sulle dichiarazioni di voto al decreto legge Imu-Bankitalia, la presidente della Camera Laura Boldrini ha convocato la capigruppo per poi annunciare la ‘ghigliottina per evitare la decadenza del decreto. Immediato il caos. Una deputata del M5s, Loredana Lupo, ha denunciato in lacrime:  “Il deputato questore Stefano Dambruoso mi ha dato uno schiaffo”. Ma poco dopo è arruvata la replica  di Dambruoso: "Escludo assolutamente lo schiaffo: c’è stato un contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini".

IL TESORO - Durante il caos alla Camera, il ministero dell'Economia ha replicato con una nota alle critiche dei grillini: “Nessun regalo è stato fatto alle banche, perché la rivalutazione del capitale e una più equilibrata ripartizione delle quote di partecipazione alla Banca d’Italia non comportano alcun onere per lo Stato". In merito al dibattito parlamentare sulla conversione del decreto: “La polemica politica ha spesso preso il sopravvento sulla realtà dei fatti così che alcuni interventi hanno prospettato effetti del provvedimento del tutto fantasiosi e infondati", si legge nella nota ministeriale.