Roma, 19 aprile 2014 - Da maggio arrivano i ‘’mitici’’ 80 euro in più in busta paga, ha annunciato ieri il premier Renzi dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri del dl Irpef. 

SCHEDA - TUTTE LE MISURE CONTENUTE NEL DL IRPEF 

Ottanta euro di cui beneficeranno quasi tutti gli under 30. Il bancario, l’autista di macchine per il movimento terra e il militare dell’esercito sono le professioni che garantiscono ai giovani con meno di 30 anni le buste paga più pesanti. Per contro, la baby sitter, il massaggiatore e la colf sono i mestieri dove gli occupati percepiscono gli stipendi più ‘leggeri’. La retribuzione media dei dipendenti under 30 è molto bassa: 977 euro al mese. Dunque la quasi totalità dei giovani beneficerà degli 80 euro in più in busta paga previsti dal Governo Renzi.

L’analisi, condotta dall’Ufficio studi della Cgia, ha preso in esame i dati relativi alla retribuzione mensile media dei lavoratori dipendenti con meno di 30 anni occupati in Italia nel 2013. Al top di questa particolare graduatoria figurano i bancari e gli impiegati nelle assicurazioni: lo stipendio mensile è di 1.426 euro. Seguono gli autisti di macchine per il movimento terra e dei muletti, con una retribuzione di 1.230 euro, mentre al terzo posto troviamo il personale dell’esercito che porta a casa 1.207 euro netti al mese.
 

Per contro, gli addetti alle pulizie, con 721 euro, le baby sitter, con 717 euro, i massaggiatori/estetisti, con 705 euro, e le colf, con 559 euro, sono i mestieri dove i livelli retributivi sono i più bassi. Da un punto di vista metodologico, fa sapere la Cgia, i dati sulla retribuzione media mensile sono riferiti esclusivamente ai lavoratori dipendenti (poco meno di 2 milioni e 300 mila under 30 nel 2013). 

La Cgil lancia invece l'allarme cassa integrazione, registrando un boom di richieste cig, con 520mila lavoratori in cassa.

"DL IRPEF, BANCHE PENALIZZATE" - Le misure decise ieri dal governo (il Dl Irpef, ndr)penalizzano fiscalmente le banche operanti in Italia rispetto a quanto avviene alle concorrenti degli altri paesi Ue”. Lo dice il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che chiede un “un forte ripensamento sul complesso di queste decisioni”.

Per Patuelli, “il forte aumento della pressione fiscale deliberato ieri dal Consiglio dei Ministri si assomma a quello deciso il 25 novembre scorso dal precedente Governo: i due provvedimenti hanno determinato l’aumento dell’anticipazione IRES 2013 al 130% per banche e assicurazioni, l’enorme addizionale dell’8,5% sull’Ires 2013 sempre di banche e assicurazioni, la rivalutazione delle quote di Bankitalia (ultimi in Europa) con l’imposta del 12% disposta dalla legge di stabilità per tutte le rivalutazioni. Tale imposta è stata ieri aumentata al 26% per questa sola già avvenuta rivalutazione, anche con effetti retroattivi giuridicamente più che discutibili”.

 “Il quadro complessivo che ne emerge - ha aggiunto Patuelli - è che l’Italia, pienamente inserita nell’Unione europea ed anche nell’Unione bancaria, penalizza fiscalmente le banche operanti in Italia rispetto a quanto avviene alle concorrenti degli altri paesi Ue, addirittura nell’anno degli esami a tutte le banche europee che cosi verranno svolti con ancor più disparità fiscali che penalizzano l’Italia che vede molte banche compiere contemporaneamente ogni sforzo per superare la crisi, anche rafforzando i propri capitali”.

“Inoltre le banche italiane sono fortemente impegnate in riorganizzazioni, ristrutturazioni e processi di efficientamento. Chiediamo, quindi - ha concluso Patuelli - un forte ripensamento sul complesso di queste decisioni della sola Repubblica Italiana”.