Brasilia, 9 giugno 2011 - Dopo il duplice no da parte del Tribunale Supremo federale del Brasile al ricorso dell’Italia per ottenere l’estradizione di Cesare Battisti, l’ex terrorista condannato all'ergastolo per quattro omicidi è tornato in libertà: contestualmente al verdetto, infatti, i giudici ne avevano disposto la scarcerazione immediata.

Poco dopo la mezzanotte ora locale, le 5 del mattino italiane, insieme ai propri legali Battisti ha lasciato il penitenziario di Papuda, alle porte di Brasilia, dove era rinchiuso da quattro anni. L’ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo non ha rilasciato dichiarazioni: all’uscita dal carcere, da bordo dell’auto di uno dei suoi avvocati, si è limitato a un cenno di saluto ai sostenitori che lo stavano attendendo.

Cesare Battisti ha già richiesto al ministero del Lavoro di Brasilia un visto di lavoro per poter rimanere indefinitamente nel Paese. Lo ha rivelato un portavoce del ministero, che ha specificato che la richiesta sarà inoltrata al Consiglio dell’Immigrazione per una decisione, visto che si tratta di "un caso speciale".

NAPOLITANO - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, deplora la decisione del Tribunale Supremo del Brasile, che contrasta con gli storici rapporti di consanguineità e amicizia tra i due paesi, e rinnova l’espressione della sua vicinanza e solidarietà ai famigliari delle vittime degli orrendi delitti commessi da Cesare Battisti. Egli appoggia pienamente ogni passo che l’Italia vorrà compiere avvalendosi di tutte le istanze giurisdizionali cui compete assicurare il pieno rispetto delle convenzioni internazionali.

BERLUSCONI - Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha appreso con vivo rammarico dell’ultima pronuncia del Tribunale Supremo Federale del Brasile che conferma il diniego all’estradizione di Cesare Battisti.
La decisione, si legge in una nota di Palazzo Chigi, non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano ed in particolare dei familiari delle vittime di Battisti.

L’Italia, pur rispettando la volontà del Tribunale Supremo Federale, continuerà la sua azione e attiverà le opportune istanze giurisdizionali per assicurare il rispetto degli accordi internazionali che vincolano due Paesi accomunati da legami storici di amicizia e solidarietà.

FRATTINI - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, "prende atto con profondo rammarico della decisione con la quale, contraddicendo la sua stessa precedente pronuncia, il Supremo Tribunale Federale del Brasile ha convalidato il diniego dell’estradizione in Italia di Cesare Battisti, permettendone la scarcerazione": lo riferisce la Farnesina in un comunicato, secondo cui "pur rispettando la decisione del massimo organo giurisdizionale brasiliano", il ministro Frattini "ribadisce il convincimento del governo italiano, condiviso da tutte le forze politiche e dall’opinione pubblica", in merito alla fondatezza della richiesta di estradizione.

"Non posso non rilevare come la decisione odierna del massimo organo giudiziario brasiliano, oltre a offendere il diritto alla giustizia per le vittime dei crimini di Battisti, appaia contraria agli obblighi sanciti dagli accordi internazionali che legano i due Paesi, peraltro accomunati da profondi e antichi legami di amicizia e consanguineità", aggiunge Frattini.

Da parte italiana si intende comunque attivare immediatamente ogni ulteriore possibile meccanismo di tutela giurisdizionale presso le competenti istituzioni multilaterali, e in particolare presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, per perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale. 

CALDEROLI - "Boicottiamo i Mondiali di calcio del 2014. E’ un segnale che inviamo al Brasile per la vicenda Battisti ma anche un modo per tentare di restituire moralità a tutto il movimento calcistico italiano". Il ministro Roberto Calderoli reagisce così. "Quella del Tribunale Supremo brasiliano - dice - è una decisione che ci offende. La riteniamo ingiusta ed assurda. Un modo per far comprendere la nostra indignazione può essere quello di boicottare i mondiali di calcio".

"Si tratterebbe di un segnale importante - aggiunge l’esponente leghista - ma non solo per il Brasile. Il mondo del calcio italiano, infatti, al di là dell’accertamento delle responsabilità nelle inchieste in corso sta attraversando un periodo difficile: il boicottaggio può essere un segnale per far comprendere che il denaro non è tutto ma che lo sport serve anche per educare i giovani al senso di giustizia".

BERSANI - La liberazione di Cesare Battisti deriva anche dalla perdita di ruolo internazionale del nostro Paese. Ne è convinto Pierluigi Bersani che, nel corso di un incontro organizzato dal Pd sui giovani, ha spiegato: "Sottoscrivo le parole di Napolitano e siamo pronti ad appoggiare qualsiasi iniziativa contro questa decisione inaccettabile che urta le nostre coscienze. Però - ha osservato il segretario del Pd - questa vicenda raffigura anche come siamo messi nel mondo. Il Brasile è una forza economica e anche un soggetto politico e dunque c’è stato anche il venir meno di un ruolo che avremmo potuto giocare meglio. Siamo un grande Paese, nei primi sette-otto del mondo, ma questo potenziale - ha concluso Bersani - non viene espresso nella dimensione internazionale".

DILMA ROUSSEFF - "Le decisioni del Supremo Tribunale Federale non si discutono: si accettano’’. E’ quanto ha detto oggi la presidente brasiliana Dilma Rousseff secondo un portavoce del palazzo presidenziale del Planalto, interpellato dall’Ansa sulla vicenda e sulla dura reazione italiana.