Roma, 20 aprile 2012 - Utilizzare ‘’misure coercitive’’ come lo scotch sulla bocca nei rimpatri è un comportamento ‘’estemporaneo’’ e, soprattutto ‘’offensivo della dignita’ della persona’’. Lo ha detto il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri nell’informativa alla Camera sul caso dei due algerini rimpatriati.

Il ministro ha puntualizzato: "L’uso di mascherine non sembra contravvenire alle rigorose disposizioni, anche europee, cui si rifanno le direttive nazionali circa l’utilizzo di mezzi di contenimento nel corso dell’esecuzione di provvedimenti di respingimento. Tale normativa, infatti, ammette misure coercitive a condizione che siano giustificate dal rifiuto o dall’opposizione all’allontanamento, siano proporzionate, non eccedano un uso ragionevole della forza, non ledano la dignità o l’integrita’ fisica del rimpatriando o non compromettano o minaccino la facoltà di respirare normalmente”.

“Cio che è apparso invece del tutto estemporaneo, - rimarca il titolare del Viminale - è l’impiego di nastro adesivo, utilizzato dal personale di polizia nel tentativo di fissare le mascherine ed evitare che i due cittadini algerini, come più volte avevano provato a fare, potessero in qualunque modo rimuoverle. Tuttavia l’impiego del nastro adesivo -chiarisce Cancellieri- sia pure accompagnato da rudimentali accorgimenti per assicurare la respirazione e dettato dalla comprensibile concitazione del momento, non appare corrispondere a nessuna delle misure coercitive previste e nei fatti si traduce in un comportamento che la coscienza collettiva percepisce come offensivo della dignità della persona”. “Il capo della polizia -spiega ancora Cancellieri- ha disposto accertamenti a riguardo e sono certa che le verifiche verranno compiute con il massimo scrupolo e nel pieno rispetto della verita’ dei fatti”.

Ricostruendo quanto accaduto il 17 aprile in occasione delle operazioni di rimpatrio forzato di due cittadini algerini, Cancellieri ha spiegato che ‘’sabato 14 aprile personale della Polizia di Frontiera, nel corso di un ordinario servizio di perlustrazione e di controllo presso lo scalo aeroportuale di Fiumicino, sorprendeva due cittadini algerini, Ahmed Bouaita, di anni trenta, e Abel Aziz Leddai, di anni trentacinque, nel tentativo di entrare illegalmente in territorio nazionale, invece di imbarcarsi per la Turchia, destinazione finale del loro viaggio’’.

‘’Il personale di polizia -ha riferito il ministro dell’Interno- coglieva nei due stranieri un atteggiamento caratterizzato da aggressivita’ e da forte resistenza passiva; cio’ rendeva vani due consecutivi tentativi di imbarco per Tunisi, posti in essere il 15 e 16 aprile. E’ stato, pertanto, ritenuto necessario l’intervento di unita’ specializzate della Polizia di Stato che potessero procedere alle operazioni di rimpatrio in condizioni di sicurezza anche per gli altri passeggeri. I quattro operatori intervenuti appartengono al Nucleo Scorte Nazionale e sono, quindi, regolarmente abilitati, previo corso, all’effettuazione di tali servizi all’estero’’.

Ma ‘’l’atteggiamento di forte opposizione da parte dei cittadini stranieri -ha detto ancora Cancellieri- e’ ulteriormente proseguito, manifestandosi con sputi, morsi, calci e pugni all’indirizzo del personale di scorta. Cio’ rendeva particolarmente difficoltose le fasi dell’imbarco sul volo AZ 864 in partenza da Fiumicino. Tale comportamento e’ stato posto in essere anche a bordo del vettore, durante la prima fase di volo e per circa venti minuti’’.

Gli operatori di polizia, a quel punto, ha ricostruito il ministro dell’Interno nell’informativa in Aula, ‘’decidevano di adottare interventi coercitivi, anche a salvaguardia della sicurezza fisica degli altri passeggeri. Ai polsi dei due cittadini algerini venivano applicate fascette in velcro, materiale di cui e’ dotato il personale che effettua i servizi di rimpatrio a bordo di aeromobili. Inoltre -ha detto Cancellieri- per prevenire il tentativo di sputare il sangue fuoriuscito dalle labbra che avevano cominciato a mordersi, pratica autolesionistica a cui spesso fanno ricorso gli stranieri per ostacolare le operazioni di espulsione, gli agenti ritenevano di utilizzare delle mascherine sanitarie verdi, morbide, di tipo chirurgico’’.

L’uso di mascherine, ha quindi rimarcato Cancellieri, ‘’non sembra contravvenire alle rigorose disposizioni, anche europee, cui si rifanno le direttive nazionali circa l’utilizzo di mezzi di contenimento nel corso dell’esecuzione di provvedimenti di respingimento. Ciò che è apparso, invece, del tutto estemporaneo, nel caso di specie, e’ l’impiego di nastro adesivo, utilizzato dal personale di polizia nel tentativo di fissare le mascherine ed evitare che i due cittadini algerini, come piu’ volte avevano provato a fare, potessero in qualunque modo rimuoverle’’.

‘’Tuttavia - ha precisato il ministro dell’Interno- l’impiego del nastro adesivo sia pure accompagnato da rudimentali accorgimenti per assicurare la respirazione e dettato dalla comprensibile concitazione del momento, non appare corrispondere a nessuna delle misure coercitive previste e nei fatti si traduce in un comportamento che la coscienza collettiva percepisce come offensivo della dignità della persona. Sia le mascherine che le fascette, - ha concluso Cancellieri - una volta ristabilita la calma, sono state rimosse e i due stranieri, dopo circa un’ora di volo, sono stati riconsegnati alle autorita’ tunisine’’.

Redazione online