Dall’inviato
Giampaolo Pioli

NEW YORK, 4 ottobe 2012 - Il pendolo ha oscillato. Mitt Romney ha trovato il suo momento a Denver contrastando con efficacia Barack Obama nel primo dibattito presidenziale. E’ stato più brillante del presidente, è apparso preparato, aggressivo e sicuro senza mai mancargli troppo di rispetto e ha dominato anche un moderatore garbato ma patetico intimidito da entrambi.

Obama sembrava quasi non volesse stare su quel palco la sera del ventesimo anniversario del suo matrimonio. Sembrava impreparato e scomodo. Non guardava Romney ma teneva la testa sui suoi appunti, quasi assente. Non c’è stato nessun colpo da Ko e nessuno è finito nemmeno temporaneamente al tappeto. Ma se alla vigilia in tanti pensavano che Denver sarebbe stata la sua ultima spiaggia, Romney ha ribaltato il tavolo e adesso può diventare il momento della sua riscossa se riuscirà a conservare la spinta e non farà pasticci.

Nervoso, distaccato, non sempre chiaro nelle spiegazioni, Obama è sembrato concreto ma spento, quasi infastidito dall’idea di condividere il palco col suo rivale.
I sondaggi istantanei riflettono questo cambio di passo per Romney, il 67% è convinto che sia lui il vincitore della serata e solo il 25% Obama. Gli attacchi costanti hanno finito per mettere il presidente sulla difensiva: si era  presentato convinto di poter incassare senza danni i colpi e mantenere il vantaggio di cui disponeva. Non è stato così.

Ci sono stati alcuni scambi vivaci , Romney un paio di volte si è preso la parola rubandola al moderatore, ma alla fine è stato Obama che ha parlato per 3 minuti di più ma con meno efficacia.
Qualcuno nel vedere Barack a volte incerto sulle parole ha twittato "dategli un teleprompt".Non n’è dubbio quella di ieri sera è stata grande notte per Romney e un incubo per Obama che adesso si dovrà preparare al secondo dibattito del 16 ottobre a mezz’ora da New York.

Tutti i due i candidati hanno presentato due Americhe completamente diverse. Barack non è chiaro se per cortesia presidenziale non ha mai attaccato Romney sul 47% della popolazione che non intende rappresentare e nemmeno sull’aliquota del 13 per cento che lui paga di tasse anche se entrambi hanno affrontato il problema del fisco.
Ma il segnale più forte che arriva da Denver è sulla personalità dei due contendenti. Romney ha sorpreso molti con la sua performance , mentre Obama nel voler apparire a tutti i costi "comandante in capo", si è trovato ingessato nella sua parte se non scomodo.
Questo risultato a sorpresa che rilancia le possibilità di Romney può cambiare la dinamica dell’intera campagna elettorale. Molti la chiamano "october surprise".